Riaperta da questa mattina al transito la Sp 33 “Casolana”, nel comune imolese di Fontanelice, chiusa dopo l’alluvione del maggio scorso a causa di una frana che l’aveva pesantemente danneggiata e al centro lo scorso agosto di un videoappello – divenuto virale – da parte di residenti e imprenditori della zona.
Nella fase di emergenza, ovvero fino al 31 luglio 2023, come da indicazioni della Prefettura e a opera dei Vigili del Fuoco e di alcune ditte incaricate da Città metropolitana di Bologna, si è provveduto a sgomberare la strada dal fango e dai detriti. Il 7 agosto 2023, contemporaneamente al sopralluogo congiunto con ANAS sull’unico tratto rimasto interrotto della SP 33 (dal km 2 al km 4), si è valutata la necessità di intervenire per consentire la sopravvivenza ad attività e imprese agricole i cui mezzi pesanti possono percorrere solo la più ampia e meno ripida strada provinciale. Si è pertanto ipotizzato un intervento provvisorio del costo stimato in 100.000 euro (anticipati da Comune di Fontanelice e Città metropolitana di Bologna) per cui erano necessari un mese di lavori circa dal termine della progettazione (stimata in due settimane).
Nel mese di agosto, durante la fase di progettazione e in parallelo ai primi lavori preliminari di sgombero della strada franata e del terreno scivolato sul rio sottostante, si è dapprima ipotizzata la costruzione di un bypass all’esterno del movimento franoso principale che ha interessato la strada e i campi agricoli a monte della stessa, sfruttando un percorso agricolo più in basso, a fianco e a valle del rio. Questa operazione avrebbe consentito di evitare i complessi e costosi lavori di consolidamento del versante. Nei primi giorni di settembre, in un ultimo sopralluogo di tecnici, imprese e progettisti coinvolti, avendo più chiaro il quadro dei movimenti franosi grazie alla rimozione dei cumuli di terra e della porzione di bosco accumulati sulla strada dall’alluvione, preso atto inoltre dell’imminente arrivo delle risorse da parte del Commissario straordinario, condividendo la scelta con quegli stessi imprenditori agricoli che avrebbero dovuto sacrificare piccola parte dei loro terreni per consentire la messa in sicurezza del versante attraversato dalla strada, si è deciso di realizzare un intervento più ampio, più costoso, più lungo da realizzare, ma già parte dell’opera di ripristino definitivo. Si è dunque deciso di ricostruire la strada dov’era prima dell’alluvione, previo consolidamento dei terreni agricoli e boschivi a monte e a valle della strada tramite la regimazione delle acque superficiali e di falda, evitando peraltro di interessare, se non marginalmente, i terreni agricoli circostanti.
La realizzazione di drenaggi sui terreni del versante in movimento attraversato dalla strada, a monte e a valle della stessa, consente infatti, salvaguardando gran parte delle colture (giovani e distanziati alberi da frutto) di ridurre il livello della falda alla base dei dreni (oltre 2 metri di profondità) in modo da abbassarla al di sotto della coltre instabile del terreno, coltre che rimane così più asciutta e pertanto più stabile.
L’acqua raccolta dai dreni viene convogliata in un nuovo condotto sul lato di monte della strada, che a intervalli regolari permette l’attraversamento (sempre in nuove tubature interrate) della strada stessa, fino a condurre l’acqua in un rio demaniale, a valle della strada esistente, ma in parte sepolto e deviato dalla frana, e che verrà con questi lavori ripristinato in tutto il tratto interessato.
Al termine dei lavori di drenaggio e risagomatura del versante, la strada franata è stata ricostruita definitivamente nello stesso spazio in cui era prima.
“Siamo soddisfatti del lavoro svolto – commenta Marco Monesi, figura di supporto politico per il coordinamento degli interventi di ricostruzione post alluvione sul territorio- Si era ipotizzato un intervento provvisorio del costo stimato in 100 mila euro, ma grazie alla rivalutazione della situazione a inizio settembre, in condivisione con gli stessi imprenditori agricoli, abbiamo realizzato un intervento più ampio, certo più costoso (stimato a oggi in circa 300 mila euro) e più lungo da realizzare, ma già parte dell’opera di ripristino definitivo”. Le risorse investite per questi lavori, che comprendono anche ulteriori prime azioni di minore impatto su altri punti di dissesto della SP 33, saranno infatti comprese, e non aggiunte, all’importo complessivo stimato dalla struttura commissariale pari a 2,1 milioni di euro per la ricostruzione dell’intera strada.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]