Bluff Silk Faw, solo 1 mln (su 20) ai creditori

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Per il buco nell’acqua fatto a Reggio – dove la joint venture sino-americana Silk Faw un anno e mezzo fa aveva annunciato un maxi polo di produzione di auto elettriche a Gavassa vistosi però sui rendering – la proprietà americana Silk Sports Car Srl, tramite l’avvocato Francesco Morcavallo di Roma, ha messo a verbale nella procedura di liquidazione giudiziale la disponibilità ad offrire un milione di euro da spartire tra i creditori.
Lo ha dichiarato, al termine dell’apertura della procedura fallimentare in tribunale, l’avvocato Francesco Miraglia di Modena, che rappresenta gran parte dei fornitori e delle aziende del comparto motori che però vantano crediti per ben venti volte tanto: 20 milioni di euro. Tra questi “Walter de Silva cars”, esponente di spicco nel campo della progettazione di automobili (credito di 2.904.979); un milione e 800mila euro a testa per Hpe srl (High Performance Engine) e Csi Entwicklunghstechnik Gmbh; Dallara Automobili Spa (1,7 milioni di euro); Danisi Engineering Srl (1,4 milioni); Lifetouch Srl (800mila euro), Hsl Srl (607mila euro), Waycon Srl (571mila euro), Avl Italia(537mila euro), Alfa Solutions (376mila euro), Bieffe Project srl (350mila euro), Pankl Turbosystems Gmbh (194mila euro), Idiada Automotive Technology Spa (71mila euro), Valeo Spa (51mila euro), ma anche Nomisma di Bologna.
Sarebbero invece stati quasi tutti saldati gli ex dipendenti, una sessantina: «Mancano solo tre ex lavoratori reggiani, che hanno ottenuto un lauto acconto e che riceveranno il saldo entro dicembre», ha precisato l’avvocato Miraglia.

La Lega e Tarquini attaccano Pd e  Comune
La notizia ha ovviamente suscitato le reazioni delle opposizioni. “La fine della vicenda Silk Faw, il progetto della supercar di Gavassa ‘made in China’, sembra l’epilogo di un film di Totò. Ma stavolta non è un turista americano a cadere nelle mani di un furbo italiano, bensì un’intera amministrazione a rimanere vittima della propria cattiva gestione”. Cosi il consigliere regionale della Lega Maura Catellani sul fallimento del progetto Silk Faw. Una situazione prevedibile, secondo l’esponente del Carroccio, che ricorda come si sarebbe potuto evitare il disastro: “Ho presentato ben nove atti ispettivi in Regione: quattro interrogazioni, cinque richieste di accesso agli atti e un atto di indirizzo mai realizzato. Eppure, l’approccio non è mai cambiato, con la tendenza a minimizzare, e risposte vaghe, dal classico ‘va tutto bene’ fino ad accuse di disfattismo a mio carico” spiega Catellani, che punta il dito contro l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, che aveva definito Silk Faw come “l’investimento più green della storia di questa Regione”. “Una previsione, quella dell’assessore, quasi ironica – aggiunge – visto che ora i fornitori sono rimasti davvero al verde”.

Ma l’accusa principale di Catellani riguarda il coinvolgimento delle imprese locali: “Il Pd, sia a livello regionale che comunale, ha una responsabilità gravissima: ha trascinato nella bancarotta alcune delle aziende tecnologicamente più avanzate della Regione. Comune e Regione si sono letteralmente intestati il progetto Silk Faw, tanto che la sede amministrativa era nell’aeroporto di Reggio Emilia, una società partecipata da Comune e Provincia, che ora è anch’essa danneggiata” ha punto la leghista che parla di un danno economico e d’immagine evidente: “Non è sufficiente dire che la Regione non ha subito un danno diretto: il danno c’è ed è pesante, sia per le imprese coinvolte che per la reputazione della Motor Valley”.

Sul piano politico, Catellani critica duramente l’idea di una collaborazione tra Cina e Stati Uniti per un progetto del genere: “Pensare che due nazioni in competizione globale potessero davvero mettere insieme una joint-venture del genere è pura illusione. Solo chi ha un’ideologia sorpassata poteva credere in un’alleanza così fragile” conclude.

“Le vicissitudini del più grande bluff finanziario della storia reggiana – ovvero il mega stabilimento di supercar ibride ed elettriche, rimasto solo sulla carta, che gli americani di Silk e i cinesi di Faw avrebbero dovuto far sorgere a Gavassa nel 2021 – pare non avere ancora fine. A prescindere dal comportamento del management del gruppo sino-americano, non si può non denunciare la responsabilità politica degli amministratori del Pd reggiano e regionale per avere goffamente abboccato alle lusinghe del faccendiere americano Jonathan Crane, accolto con tutti gli onori dall’ex sindaco Luca Vecchi e dall’allora presidente della Regione Emilia-Romagna, ora promosso europarlamentare, Stefano Bonaccini – affermano invece i consiglieri comunali Giovanni Tarquini e Carmine Migale – Appartengono a un recente passato i toni altisonanti con cui gli amministratori reggiani e regionali promettevano affari faraonici e ribalta internazionale agli imprenditori emiliani, invitati a partecipare e a sostenere il progetto. Gli stessi imprenditori che oggi si ritrovano a vedersi offrire meno del 5% del valore dei loro crediti. E forse qualcuno si aspetta anche che dicano grazie!”.



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