Il consiglio di amministrazione di Iren ha approvato i risultati al 31 dicembre 2020. Tra i principali indicatori economico-finanziari, i ricavi a 3.725 milioni di euro (-12,8% rispetto ai 4.275 milioni di fine 2019), con un calo imputabile principalmente all’impatto della pandemia di nuovo coronavirus, ai prezzi delle commodity e al clima mite, e il margine operativo lordo (Ebitda) a 927 milioni (+1,1% rispetto a 917 milioni al 31 dicembre 2019); escludendo gli effetti straordinari che hanno caratterizzato entrambi i periodi, la crescita dell’Ebitda sarebbe stata di circa 49 milioni (+5,7%).
Il risultato operativo (Ebit) è stato pari a 416 milioni (-8% rispetto ai 452 milioni dell’anno precedente): escludendo gli effetti straordinari e l’accantonamento straordinario al fondo svalutazione crediti per effetto del Covid-19, l’Ebit risulterebbe in crescita del 2,3%. L’utile netto di gruppo attribuibile agli azionisti è stato pari a 235 milioni, sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente (-0,4% rispetto ai 236 milioni del 2019): escludendo gli effetti straordinari, l’utile netto sarebbe risultato in crescita del 3,7%. Allo stesso tempo il gruppo Iren ha rafforzato ulteriormente la propria base nei settori energetici (1,877 milioni di clienti), aumentandola di oltre 60.000 unità rispetto al 2019.
L’indebitamento finanziario netto si è attestato a quota 2.948 milioni (+8,9% rispetto ai 2.706 milioni al 31 dicembre 2019). Il capitale circolante netto ha contribuito a contenere la crescita dell’indebitamento, generata principalmente dagli investimenti e dalle operazioni di consolidamento.
Il consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea dei soci un dividendo di 0,095 euro per azione, in crescita del 2,7% rispetto all’anno precedente.
I risultati, secondo l’amministratore delegato Massimiliano Bianco, “grazie alla forte spinta sugli investimenti consentono di confermare il raggiungimento degli obiettivi strategici declinati nell’ultimo piano industriale e di proporci con un ruolo da protagonista e di supporto all’economia dei territori nell’ambito del programma di ripresa post-pandemia che coinvolgerà il paese”.
Il presidente Renato Boero, parlando degli investimenti, ha sottolineato che “350 milioni sono stati investiti su progetti inerenti la multi-circle economy, evidenziando l’attenzione che il gruppo dimostra nei confronti dell’ambiente e dei suoi territori e garantendo un importante sostegno in un periodo di estrema complessità”.
Il 2020, ha aggiunto Boero, “è stato un anno caratterizzato sia da una crescita organica pari a 40 milioni sia da importanti operazioni di merge&acquisition come I.Blu e Unieco che, contribuendo per ulteriori 11 milioni all’Ebitda, ci hanno consentito di estendere i servizi ambientali a nuovi territori e diventare il primo operatore nella filiera della plastica in Italia”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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