Bilanci delle Asl in Regione: i conti sono in rosso per 84 milioni

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Parere positivo della commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, sulla gestione dei bilanci, per il 2022, delle aziende sanitarie della regione.

È pari a 84 milioni di euro il disavanzo delle aziende sanitarie, da Piacenza a Rimini, collegato ai bilanci di esercizio per il 2022. Situazione proporzionale su tutte le aziende, passivo in gran parte dovuto alle spese straordinarie per l’emergenza sanitaria collegata al covid (375 milioni di euro di spese aggiuntive). Le aziende hanno comunque raggiunto, a livello gestionale, gli obiettivi fissati. La copertura delle perdite è arrivata attraverso lo svincolo di quote dell’avanzo vincolato.

Nel 2022 si registra un incremento del 3,1 per cento per le spese di personale, aumenti del 9,3 per cento anche sulle spese farmaceutiche (del 4,2 per cento, poi, per le spese farmaceutiche convenzionate), dell’1,5 per cento per i dispositivi medici, del 159 per cento per le spese energetiche e dell’1,5 per cento per l’acquisto di prestazioni dal privato (per contrastare le liste d’attesa).

Scontro in commissione tra consiglieri. Per il centrodestra, a partire dalla Lega, il sistema sanitario regionale va rivisto, parla di cronicità difficili da risolvere. Al contrario, dalla maggioranza si evidenzia l’adeguatezza gestionale da parte delle aziende, i problemi sono ricollegabili a mancate risorse mai arrivate da Roma.

Critico sui bilanci Daniele Marchetti (Lega): “Questo finale era già scritto, certifica le difficoltà del sistema sanitario regionale, come noi denunciamo da tempo, emergono elementi preoccupanti, soprattutto rispetto al futuro della nostra sanità, sull’efficienza della macchina, permangono anche dubbi sulle spese collegate al covid, ci sono ancora inadeguatezze da superare, spendiamo più di altri pur erogando gli stessi servizi, l’obiettivo deve essere quello di garantire la massima efficienza del sistema”. Per Simone Pelloni, anche lui leghista, “permangono delle criticità rispetto ai servizi offerti, c’è il problema delle liste chiuse, il nostro sistema è ormai meno attrattivo di quelli vicini del nord del paese, non si può parlare di efficacia gestionale, in regione nel 2022 si è speso molto, qualcosa non ha funzionato”. Per Michele Facci, anche lui della Lega, “è evidente l’incremento dei costi, restano comunque criticità sull’erogazione dei servizi, servirebbe una rivisitazione del sistema in quanto tale, in primis a livello gestionale, non facciamo meglio delle altre regioni”.

La replica dalla maggioranza, con Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa): “Le problematiche del sistema le conosciamo, sappiamo i motivi, ricollegabili, con evidenza, alla sottofinanziamento del fondo sanitario nazionale, nonostante questo si arriva al pareggio dei bilanci, positivo è poi l’incremento di risorse rivolte alle spese del personale (scelta utile anche per contrastare il problema delle liste d’attesa)”.

Anche per Marilena Pillati (Partito democratico) “emerge in modo chiaro che il tema della sostenibilità dei bilanci in sanità si colloca in un quadro di difficolta nazionale, rileviamo mancati ristori (a partire dalle spese covid ed energetiche), i criteri adottati a livello statale sono poi iniqui, siamo di fronte a una situazione straordinaria, gestita comunque in modo adeguato dalle aziende sanitarie”.

Per Valentina Castaldini (Forza Italia) “risorse maggiori sono necessarie, in particolare per gli ospedali periferici come, ad esempio, Budrio e Vergato, la situazione ci costringe a guardare bene cosa è accaduto all’interno delle diverse aziende, alcuni bilanci sono stati chiusi in pareggio mentre altri denotano invece ingenti perdite, bisogna quindi lavorare sulle buone pratiche, valutando se esportabili, e prevedere a livello regionale una riforma sanitaria, purtroppo dobbiamo rilevare che per il 2023 c’è ancora poca chiarezza”.

Interviene poi l’assessore Raffaele Donini, che ha parlato dell’importante lavoro fatto in sanità in questi giorni per l’emergenza collegata alle alluvioni in regione. Rileva poi che questo disavanzo in sanità non è attribuibile alla gestione delle direzioni delle aziende. Per l’assessore mancano risorse da Roma, in questi ultimi anni c’è stato un evidente incremento dei costi in sanità, non solo per i costi covid e per le spese energetiche, rileva, infatti, che ci sono anche nuovi servizi offerti dal sistema, con performance – rimarca Donini – di alto livello sul piano clinico. Spiega poi che l’Emilia-Romagna è prima in Italia rispetto all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.