Scrive in una nota il botanico reggiano, il prof Ugo Pellini: “La Giornata Nazionale degli Alberi, istituita nel 2013 dal Ministero dell’Ambiente, è nata con l’intento di sostituire la vecchia Festa degli alberi con “nuovi e aggiornati obiettivi”.
Nei primi anni in collaborazione con i Comuni (Reggio in prima fila) sono stati messi a dimora tanti alberi per creare nuove fasce boscate, boschi urbani o potenziare parchi esistenti. Col tempo però l’entusiasmo iniziale si è affievolito ed ora molte Amministrazioni si limitano alla distribuzione di piante ai cittadini.
Lodevole quella organizzata dal Comune di Reggio con 4000 alberi regalati, perché piantare alberi è sempre importante, ma ha assunto un significato diverso. Innanzi tutto non sono coinvolti gli studenti, se non in casi sporadici; ricordo che il 21 novembre in tutte le scuole le lezioni erano improntate sul valore degli alberi, poi si scendeva in cortile e se ne piantava uno.
Per aumentare nei cittadini la consapevolezza del ruolo insostituibile che svolgono gli alberi occorre istruirli sulle caratteristiche delle piante che si portano a casa e come agire per conservarle al meglio: un Bagolaro ad esempio non è indicato per chi ha poco spazio, un Cipresso calvo se non si ha buona disponibilità d’acqua etc. Sabato sono finite presto lagerstroemie e tamerici che non sono proprio autoctone, ma che sono state scelte per abbellire il proprio giardino; quasi assenti erano gli alberi adatti al rimboschimento”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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