Gli accertamenti hanno riscontrato la mancata omologazione e l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento, entrambi elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate dai sistemi stessi. Lo scorso maggio, un decreto del governo ha introdotto alcune modifiche nel settore e ha dato ai centri urbani 12 mesi per adeguarsi. Come spiega il Codacons, le multe determinate da apparecchi autovelox non a norma possono essere contestate, purché la sanzione non sia stata già pagata dagli automobilisti.
Per le multe già pagate o quelle per cui siano scaduti i termini non è possibile proporre ricorso, afferma il Codacons. Nel caso in cui sia ancora possibile contestare la sanzione, per avere certezze circa l’omologazione del dispositivo autovelox che ha accertato la violazione, occorre presentare istanza d’accesso presso il comune dove è installato l’apparecchio e, una volta ottenuti gli atti, analizzare le specifiche tecniche sull’autovelox. “Chi viola i limiti di velocità e mette a rischio la sicurezza stradale va sempre punito, ma gli enti locali devono agire nella piena legalità utilizzando apparecchi omologati e che rispettino le normative, per evitare l’inevitabile raffica di ricorsi che scatterà ora a seguito dei sequestri degli autovelox disposti dalla magistratura”, conclude il presidente Carlo Rienzi.
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