Il passante di mezzo di Bologna “è un intervento essenziale per l’economia italiana e un modello di sviluppo innovativo per le infrastrutture del Paese”: parole di Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, pronunciate a margine del seminario “La rete del futuro. Aspi dialoga con il territorio” organizzato a Bologna alla presenza del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, del sindaco di Bologna Matteo Lepore e dell’assessore regionale alle infrastrutture Andrea Corsini.
La società Autostrade per l’Italia ha annunciato per l’Emilia-Romagna un piano di investimenti da 6,5 miliardi di euro, di cui 2,7 miliardi per tre grandi opere: tra queste, appunto, figura anche il passante bolognese, “un unicum nel nostro Paese” secondo Tomasi, ma in programma ci sono anche i lavori per il potenziamento dell’autostrada A14 tra Ravenna e Bologna San Lazzaro e dell’autostrada A13 tra Ferrara e Bologna, oltre a interventi di ammodernamento della rete stradale.
Per quanto riguarda l’A14 sono già partiti i primi cantieri, mentre gli altri progetti viaggiano a livello autorizzativo di pari passo con quello del passante di mezzo di Bologna, per il quale è previsto l’avvio delle prime cantierizzazioni per la risoluzione delle interferenze tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2023.
L’obiettivo è il potenziamento dell’attuale sistema autostrada A14/tangenziale di Bologna, con un allargamento della sede stradale di circa 8 metri per ciascun lato e per una lungheza di circa 13 km: un investimento complessivo di oltre 1,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 250 milioni per interventi migliorativi delle vie di adduzione al nuovo nodo autostradale e per la viabilità urbana ed extraurbana.
Nel cronoprogramma dei lavori la priorità sarà data alla realizzazione delle aree green, la cui realizzazione sarà avviata subito dopo il completamento delle procedure di affidamento dei lavori: un “anello verde” di circa 140 ettari che fungerà da grande opera di mitigazione e inserimento ambientale/paesaggistico dell’infrastruttura, ampliando allo stesso tempo anche l’offerta di aree destinate alla cittadinanza, con 30 ettari di nuovi parchi pubblici. Saranno piantati 34.300 alberi e circa 60.000 arbusti per incrementare la dotazione di verde urbano, e saranno realizzati 20 km di piste ciclabili (e altrettanti di barriere fonoassorbenti).
Il potenziamento del nodo bolognese, secondo i calcoli, migliorerà i tempi di viaggio generando benefici sul traffico (la stima parla di 4,5 milioni di ore annue complessivamente risparmiate), con ricadute positive anche sulla sicurezza stradale e sulla qualità dell’aria e del rumore.
Il potenziamento dell’A13, invece, si concretizzerà nella realizzazione della terza corsia (più quella di emergenza) tra Bologna Arcoveggio e Ferrara Sud, su un tracciato di circa 32,5 chilometri, per un investimento complessivo di circa 800 milioni; sempre sull’A14, infine, sarà realizzata la quarta corsia (più quella di emergenza) in entrambi i sensi di marcia tra Ponte Rizzoli nel bolognese e la diramazione per Ravenna, per quasi 27 chilometri di lunghezza e un impegno economico complessivo di circa 300 milioni.
“Sono opere fondamentali per il nodo di Bologna e per tutta la regione”, hanno sottolineato durante il convegno Bonaccini e Corsini, “perché contribuiranno ad alleggerire un tratto congestionato da tempo portando benefici alla qualità dell’aria in una zona altamente produttiva della Pianura Padana, oltre che di collegamento tra nord e sud del Paese”. Il tutto “con un impatto contenuto, grazie anche al grande lavoro di squadra tra istituzioni e società Autostrade che ha permesso di individuare massicci interventi di compensazione e mitigazione a favore dei territori attraversati da queste infrastrutture”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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