Nella giornata di giovedì 14 febbraio il Consiglio dei ministri ha avviato il percorso delle intese con le Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia che dovrebbe portare ad attribuire a queste ultime una serie di competenze (l’Emilia-Romagna ne ha chieste 15 sulle 23 disponibili).
Una novità accolta con soddisfazione da buona parte degli abitanti delle tre Regioni interessate, ma che spaventa invece il resto del paese. I dubbi che attraversano la maggioranza di governo sono stati esplicitati in particolare dal Movimento 5 Stelle, che in un dossier sul regionalismo differenziato messo a punto dai gruppi parlamentari ha espresso i suoi timori: “Per il M5S, sempre in direzione del rispetto della Costituzione, ogni percorso di autonomia non può prescindere dalla prioritaria individuazione dei Lep”, cioè dei livelli essenziali delle prestazioni, per evitare che “ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B”. Il dossier è critico anche sull’inemendabilità – da parte del Parlamento – dei decreti di legge che recepiranno le tre intese regionali.
La trattativa tra lo Stato e le tre Regioni è stata avviata dal governo Gentiloni il 28 febbraio del 2018 ed è stata condotta in questi mesi dal ministro per gli affari regionali Erika Stefani, che a metà febbraio ha portato in Consiglio dei ministri le bozze delle tre intese dopo il via libera del Ministero dell’Economia.
Il tema di fondo, infatti, riguarda le risorse finanziarie che le tre Regioni reclamano per gestire le nuove competenze: 23 su 23 quelle richieste da Veneto e Lombardia, 15 quelle proposte dall’Emilia-Romagna. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini è stato cauto sull’iter parlamentare: “Un passo avanti, ma non certo quello conclusivo, per un’intesa che va ancora trovata”.
Proprio in Consiglio dei ministri il vicepremier Salvini ha cercato di tranquillizzare l’alleato di governo: “Chi teme il rischio di avere cittadini di serie A e cittadini di serie B non ha letto il testo”. La determinazione preventiva dei Lep, però, è stata chiesta anche da Leu (con Roberto Speranza), da Nicola Zingaretti (nella duplice veste di governatore del Lazio e di candidato alla segreteria del Partito Democratico) e da Mara Carfagna di Forza Italia. Lo stesso Berlusconi si è attivato per trovare una mediazione: “Siamo favorevoli a una maggiore autonomia, ma teniamo in grande considerazione le ragioni del Sud”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]