Autonomia differenziata, dall’Emilia-Romagna arriva il via libera in commissione al referendum abrogativo

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Nella seduta di mercoledì 3 luglio, dopo ore di dibattito, è arrivato il parere favorevole delle commissioni Statuto e Bilancio dell’assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna alla richiesta di indire un referendum abrogativo per cancellare (in toto o solo parzialmente) la legge sulla cosiddetta “autonomia differenziata”, recentemente approvata dal Parlamento italiano.

La proposta, che nei prossimi giorni sarà sottoposta anche al vaglio dell’assemblea legislativa, è a prima firma della consigliera regionale del Pd Marcella Zappaterra ed è stata sottoscritta anche da Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa), Stefania Bondavalli (lista Bonaccini Presidente), Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle), Giulia Pigoni (Italia Viva) e Silvia Zamboni (Europa Verde).

Il voto è arrivato dopo un lungo scontro tra maggioranza e opposizione, che ha visto il centrodestra mettere in dubbio la legittimità stessa della convocazione delle commissioni: lo ha fatto prima abbandonando la seduta e poi, dopo tre ore di dibattito, non partecipando al voto finale. Nulla di anomalo, invece, secondo il centrosinistra, che ha ritenuto le commissioni legittimamente convocate e ha proceduto dunque al voto.

Secondo i consiglieri di opposizione Stefano Bargi (Lega), Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia), Michele Facci (gruppo indipendente), Maura Catellani (Lega) e Simone Pelloni (Rete civica) l’argomento all’ordine del giorno non sarebbe stato caratterizzato da urgenza e indifferibilità, ma sarebbe stato legato solamente alle già annunciate dimissioni del presidente della Regione Stefano Bonaccini, eletto all’Europarlamento alle elezioni dell’8-9 giugno.

“L’urgenza deve essere oggettiva e non astratta”, ha sottolineato il consigliere Facci. “Non siamo qui a esaudire i desiderata del presidente Bonaccini. Rileviamo una lesione del regolamento e chiediamo che si dia lettura del testo che motiva l’urgenza di questa convocazione”, ha chiesto la consigliera Evangelisti. Per Valentina Castaldini (Forza Italia) “questa commissione non doveva essere convocata e serve rispetto istituzionale per le richieste dei consiglieri di opposizione”. L’urgenza “non può diventare la scadenza del mandato a causa delle dimissioni del presidente”, ha concluso Bargi, invitando a sospendere la seduta della commissione. Per Matteo Rancan (Lega) “il presidente Bonaccini ha messo tutti nei guai andando a Bruxelles, ma non può esistere che il Pd stravolga le regole per risolvere i propri problemi politici”.

I consiglieri e le consigliere di centrodestra hanno insistito nel chiedere la convocazione della giunta per il regolamento per fare luce sull’applicazione delle regole. Richiesta che è stata negata dalla presidente dell’assemblea legislativa Emma Petitti, che ha così motivato la decisione: “Il regolamento è stato applicato come di consueto ed è prassi consolidata che le commissioni accettino l’urgenza. Non spetta alla giunta per il regolamento esprimersi sulla sospensione della commissione odierna”.

Parole che hanno scatenato la protesta delle opposizioni: “La presidente Petitti si assumerà la responsabilità di non aver convocato la giunta per il regolamento”, ha affondato il leghista Bargi, secondo il quale “quando un partito piega le istituzioni al proprio servizio il tema non è più il referendum”. Sulla stessa linea i consiglieri Facci e Pelloni. “Siamo sorpresi dalla decisione della presidente Petitti”, ha aggiunto Evangelisti.

Per quanto riguarda invece la discussione nel merito della questione, il consigliere del Pd Stefano Caliandro ha ribadito che “la Regione Emilia-Romagna è stata ignorata nel corso del dibattito sull’autonomia e oggi con questa richiesta di referendum si cerca di intervenire prima che la legge produca i suoi effetti negativi. Le Regioni hanno sostenuto le iniziative volte al riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia a condizione del pieno rispetto dei principi di uguaglianza e solidarietà, senza pregiudizio al principio di coesione nazionale, ma i successivi sviluppi del disegno di legge in questione sono stati tuttavia in contraddizione con l’affermazione di questi principi; tanto che, in sede di espressione del parere delle Regioni nella Conferenza unificata del 2 marzo 2023, la Regione Emilia-Romagna, insieme alle Regioni Campania, Puglia e Toscana, ha espresso voto contrario”.



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