Ausl Reggio, il disavanzo (potenziale) scende da 107 a 89 milioni di euro

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La Conferenza territoriale sociale e sanitaria, presieduta dal presidente della Provincia di Reggio Emilia Giorgio Zanni, ha approvato questa mattina – con 35 voti a favore, 3 astensioni e nessun voto contrario – il Bilancio previsionale del 2024 dell’Azienda Usl di Reggio Emilia.

“L’esercizio 2024 vedrà un graduale riassorbimento delle spese energetiche, seppur sempre più alte rispetto alla spesa storica precedente – si legge in una nota della Ctss – Si registra, inoltre, l’ aumento del costo del personale dipendente dovuto al rinnovo del CCNL dirigenza sanitaria medica e non medica e all’incremento delle indennità di vacanza contrattuale. Ne deriva che l’Azienda Usl-IRCCS di Reggio Emilia presenta il Bilancio economico preventivo 2024 in naturale deficit, in linea con quanto già concordato dalle Ausl provinciali con la Regione nei periodici incontri di monitoraggio.

Lo squilibrio, pari a 89 milioni, è motivato, oltre che dall’aumento dei costi (in particolare dei farmaci), anche dal fatto che le risorse a garanzia dell’equilibrio economico-finanziario, che negli anni precedenti venivano già in parte assegnate dalla Regione alle Aziende sanitarie in sede previsionale, sono attualmente allocate a livello centrale e saranno ripartita solo successivamente nel corso dell’esercizio 2024, così come avvenuto anche lo scorso anno.

L’Azienda si impegna ad adottare tutte le misure necessarie, in stretto raccordo con la CTSS e la Regione, al fine di riportare in equilibrio il risultato 2024, utilizzando le risorse regionali ancora da distribuire alle Ausl provinciali, continuando a garantire ai cittadini le cure e l’assistenza di cui hanno bisogno.

L’anno 2024 vede comunque l’Azienda particolarmente impegnata nell’attuazione di interventi straordinari per la riorganizzazione dell’assistenza specialistica, per la riduzione dei tempi di attesa; nell’assicurare il perfezionamento del nuovo sistema di emergenza-urgenza, con particolare riferimento ai Centri di assistenza urgenza (CAU); nella progressiva attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) in ogni distretto della provincia e del Decreto Ministeriale n. 77/2022 concernente il potenziamento dell’assistenza territoriale.

Il parere positivo espresso oggi dalla CTSS rappresenta un atto di grande responsabilità da parte di tutti gli amministratori pubblici reggiani, teso a salvaguardare la continuità dell’erogazione di servizi sanitari di qualità ai nostri concittadini.

“La perdita, ad oggi solo preventivata, non deve preoccupare innanzitutto perché si tratta appunto di un potenziale disavanzo – per altro in netto calo rispetto ai 107 milioni dello scorso anno – visto che alle Asl emiliano-romagnole devono ancora essere distribuiti oltre 400 milioni di euro di risorse straordinarie per la premialità del Fondo nazionale sanitario, il payback farmaceutico 2023 ed i 225 milioni di euro nelle disponibilità della Gestione sanitaria accentrata della Regione Emilia-Romagna. In ogni caso, come assicurato in questi giorni dallo stesso assessore Donini, la Regione con grande sforzo e determinazione chiuderà in pareggio il bilancio, anche attraverso l’impiego di fondi straordinari non ancora erogati dallo Stato.

La Ctss e l’Azienda Usl di Reggio Emilia – così come la stessa Regione – non intendono tuttavia arretrare di un passo nel cammino che, da sempre, assicura ai nostri cittadini un sistema sanitario di qualità.

La buona sanità, la ricerca, i farmaci innovativi, il curare tutti – che è ciò a cui le nostre comunità sono da sempre abituate – hai i suoi costi. Se negli ultimi anni per l’emergenza Covid, la crisi energetica e l’inflazione questi costi a livello nazionale sono aumentati, la risposta non può che essere incrementare le risorse per non compromettere la qualità dell’intero sistema in tutto il Paese.

A questa richiesta politica ormai non più procrastinabile si aggiunge il grande impegno di questi mesi di lavoro per la creazione, grazie anche a 41 milioni di fondi PNRR, di una nuova rete sanitaria territoriale fatta di 10 nuove Case della comunità, in aggiunta alle 15 già esistenti, e 4 nuovi Ospedali di comunità.

Continueremo dunque la nostra battaglia istituzionale e politica affinché il Governo aumenti in modo adeguato e commisurato all’inflazione e ai rinnovi contrattuali della sanità, così come unitariamente chiedono tutte le Regioni italiane, la consistenza del Fondo sanitario nazionale. E rinnoviamo, ancora una volta, il nostro grido di fortissima preoccupazione per una situazione generale ormai insostenibile, frutto di programmazioni errate sul personale medico, infermieristico e tecnico e di sotto-finanziamento della sanità pubblica nazionale, che rischia di ricadere inevitabilmente sui cittadini, sulla quantità e qualità dei servizi sanitari, sul lavoro dei professionisti sanitari in condizioni di lavoro tutt’altro che ottimali, che trovano nel privato una sempre più preoccupante risposta a queste inefficienze.

Reggio Emilia, così come sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione, vuole continuare a curare tutti ed in maniera efficiente, indipendentemente dal censo e dalla ricchezza personale”.

 

 

 

 



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