“Sono passati poco più di tre mesi dallo scorso 28 febbraio, il giorno in cui firmai il decreto di insediamento della nuova Giunta regionale. 103 giorni nei quali la gran parte degli emiliano-romagnoli e tutti i cittadini italiani hanno dato una grande prova di responsabilità, comprendendo l’importanza di misure che hanno limitato la vita di ognuno di noi, rispettandole. Settimane in cui ha prevalso l’esigenza di tutelare la salute pubblica quale strada per provare a proteggere anche i singoli, sebbene siano state tante le persone che non ce l’hanno fatta. Troppe. E questo sarà per sempre il solo danno irreparabile, pensando soprattutto ai loro cari e ai loro familiari. Tutto il resto siamo chiamati a ricostruirlo. Adesso. Per farlo serve un Paese unito, un obiettivo condiviso. L’Emilia-Romagna ha tutto per farcela”.
Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, interviene nell’Aula dell’Assemblea legislativa regionale – convocata per metà in presenza e metà in teleconferenza – per presentare il Programma di mandato 2020-2025 della propria Giunta. Fin dalle battute iniziali ricorda il prezzo molto alto che l’Emilia-Romagna ha pagato all’emergenza coronavirus, una terra esposta anche per la propria collocazione geografica, cerniera e crocevia tra nord e centrosud del Paese, e per le proprie caratteristiche socioeconomiche, con un sistema territoriale che esporta merci e importa turisti.
“La pandemia ha accelerato alcune dinamiche già presenti- sottolinea Bonaccini- la vera sfida sarà ricostruire puntando a correggere le storture, a partire dalla riduzione delle diseguaglianze sociali, economiche, territoriali e di genere”. Ebbene, “la Regione intende innovare e adeguare tutti i propri strumenti per rispondere tanto alle fragilità preesistenti quanto ai nuovi bisogni emersi con la crisi, per non lasciare indietro nessuno”.
I pilastri del Programma
Ecco allora i punti fermi individuati per la ripartenza. Primo, la necessità di rafforzare il sistema sanitario nazionale e regionale quale fattore di modernizzazione economica e sociale, “oltre che di giustizia e democrazia- sottolinea il presidente-. Un’infrastruttura pubblica imprescindibile chiamata non solo ad assicurare, in termini universalistici, il diritto alla salute a ciascun cittadino, a prescindere dalle sue condizioni economiche e sociali, ma anche un servizio alla comunità nel suo insieme, per la tutela della salute pubblica. E mi auguro davvero- sottolinea Bonaccini- che siano decadute tutte le richieste di privatizzare la sanità regionale dell’Emilia-Romagna, grazie alla quale abbiamo prima retto e poi contrattaccato per frenare la pandemia”.
Quindi un rafforzamento della sanità con investimenti tanto sulle strutture e le tecnologie quanto su personale e servizi, ospedalieri e territoriali. Per questo è già programmato circa 1 miliardo di euro di investimenti in edilizia sanitaria e nella rete territori (riapertura dei Punti nascita in montagna, Case della salute, Ospedali di comunità, Hospice, adeguamento della dotazione tecnologica degli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta), assunzioni e rafforzamento degli organici, modernizzazione (Telemedicina, Teleconsulto, estensione uso Fascicolo sanitario elettronico), con nuovi strumenti diagnostici e di cura, il taglio dei tempi d’attesa ai Pronto soccorso – da innovare negli spazi – e per gli interventi chirurgici programmati e con l’impegno ad impiegare nel modo più efficace e rapido tutte le risorse che la programmazione europea e nazionale destineranno in questa fase all’irrobustimento del servizio sanitario. Risorse anche su tutta la rete dei servizi per la non autosufficienza, con l’aumento del Fondo regionale, per dare alle persone anziane e quelle diversamente abili una rete di protezione domiciliare, semiresidenzale e residenziale adeguata e moderna, valorizzando anche la centralità della protezione familiare e dei caregiver.
Il secondo pilastro è la scuola, volano di crescita insostituibile “per fare dell’Emilia-Romagna la regione della conoscenza”. Arriva così la conferma di un obiettivo prioritario: nidi gratuiti e servizi per l’infanzia pienamente accessibili a tutti. Poi la lotta alla dispersione scolastica, portare la quota di Neet al di sotto del 10%, il diritto allo studio 100 per cento, con servizi e borse di studio a tutti gli aventi diritto e ai meritevoli, insieme a all’orientamento per valorizzare inclinazioni e talenti dei singoli studenti. Altro capitolo importante, il diritto alla formazione e la centralità del sistema universitario e di ricerca. Infine, scuole moderne, sicure ed efficienti, con un piano pluriennale di edilizia scolastica basato su risorse certe.
Il terzo pilastro è quello della sostenibilità, economica, sociale e ambientale. L’Emilia-Romagna farà propri i 17 obiettivi dell’Agenda delle Nazioni e dell’Agenda 2030, misurando ogni azione agli effetti reali che produce. Da qui il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima da sottoscrivere entro l’estate con tutte le rappresentanze istituzionali e sociali del territorio per arrivare all’azzeramento delle emissioni climalteranti entro il 2050, e il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. Oltre a un Piano strategico quinquennale di investimenti in prevenzione del dissesto idrogeologico, il raddoppio delle risorse da 50 a 100 milioni di euro in 5 anni per la cura del territorio con la manutenzione di corsi d’acqua, versanti e litorali e altri 600 cantieri per la difesa del suolo affidati già entro quest’anno per 103 milioni di euro. Raccolta differenziata all’80% attraverso la tariffazione puntuale, ambientale ed equa e strategia plastic free (grazie a 5 R: riconvertire, ridurre, ripulire, da rifiuto a risorsa).
Una mobilità fortemente centrata sul trasporto pubblico locale, che la Giunta Bonaccini vuole rendere gratuito per i giovani fino a 19 anni, con la possibilità di estendere successivamente la misura anche ai ragazzi che frequentano l’Università.Oltre alla realizzazione di oltre 600 chilometri di nuove piste ciclabili.
Il quarto pilastro è quello delle opportunità per riattivare il tessuto economico e sociale, partendo da una manifattura tra le più avanzate al mondo, il sostegno all’internazionalizzazione e all’attrattività di nuovi investimenti nel territorio regionale, la rete dell’alta tecnologia, gli investimenti per la Data Valley europea, con i Big Data e la capacità di supercalcolo al servizio di ogni settore (dalle imprese alla scuola, dalla mobilità alla riorganizzazione delle città, dalla salute alla lotta al cambiamento climatico) e, soprattutto, delle persone, per il miglioramento di ogni aspetto della vita quotidiana.
“Spingeremo sulla leva della promozione, degli eventie della cultura- afferma Bonaccini-, per rimettere a valore l’attrattività dell’Emilia-Romagna”. Quindi strategie e misure per la ripresa di un turismo qualificato e sostenibile post Covid, l’Emilia-Romagna grande polo della creatività in Italia che possa puntare ancora di più sull’economia arancione (cultura e creatività) e il proprio patrimonio artistico e naturalistico, e capace di aprire la strada sullo sport, dai grandi appuntamenti nazionali e internazionali a quello di base, fondato su una rete territoriale di impiantistica rinnovata, con l’ambizione di far diventare la nostra regione la Sport Valley del Paese.
Altri elementi fondanti del programma di mandato riguardano il digitale per superare divari e distanze territoriali e la sfida di una nuova agricoltura dove tecnologia e tradizione convivano per garantire sicurezza negli approvvigionamenti e qualità degli alimenti, insieme a reddito per le imprese e sostenibilità delle produzioni. Azione di rilancio della montagna ancor più accentuata, così come per le aree interne: la parola d’ordine sarà “prossimità”, per assicurare il pieno accesso ai servizi di tutti i cittadini.
Il sostegno alle donne vittima di violenza e il perseguimento delle pari opportunità, contro il rischio che la crisi colpisca soprattutto il lavoro delle donne e la loro autonomia.
Oltre a una pubblica amministrazione che sempre di più dia risposte rapide ed efficaci, parlando un linguaggio semplice e chiaro. Che, anche attraverso la transizione al digitale e la proposta di autonomia regionale avanzata dall’Emilia-Romagna, sia in grado davvero di ridurre e facilitare gli adempimenti, accorciandone i tempi e contenendone i costi. Rientrano in questo capitolo la proposta di un Patto per la semplificazione – che porti a una sostanziale sburocratizzazione regionaleda sottoscrivere con Enti locali, rappresentanze sociali e professioni – e un rafforzamento dei presidi di legalità e sicurezza. Non meno importante il completamento della ricostruzione post sisma, dall’accelerazione dei fine lavori allo sblocco rapido di progetti e cantieri.
Autonomia regionale come leva di innovazione, crescita e, appunto, semplificazione. Progetto da condurre in porto attraverso passaggi chiari: la definizione di una legge cornice nazionale che determini i principi di perequazione e solidarietà territoriale, dei costi standard e dei livelli essenziali delle prestazioni, entro cui collocare il nostro progetto di autonomia; la riattivazione del negoziato col Governo a partire dal progetto di autonomia definito dalla Giunta nella scorsa legislatura, concertato con il Patto per il Lavoro e approvato dall’Assemblea legislativa; e un nuovo accordo con Province e Comuni per rafforzare la declinazione territoriale del progetto.
“Un Programma aperto per una ricostruzione condivisa: serve il contributo di tutti”
“Oggi- afferma il presidente della Regione- presento le proposte che vogliamo attuare nei prossimi cinque anni per costruire un’Emilia-Romagna più forte, più giusta, che sappia in primo luogo recuperare ogni posto di lavoro perduto, tutelare ogni posto di lavoro oggi bilico, creare nuova occupazione di qualità. E’ un programma che impegna la Giunta e la maggioranza, ma anche una proposta rivolta a tutta l’Assemblea legislativa, alle minoranze, perché siamo pronti ad accogliere il contributo di tutti. Nessuno ha la verità in tasca, ci serve ogni indicazione valida che possa dare agli emiliano-romagnoli risposte ancor più efficaci. Scegliamo il confronto e non lo scontro. Siamo chiamati tutti a un salto di qualità- conclude Bonaccini-, in un mondo già cambiato che richiede il meglio di ciò che siamo. E l’Emilia-Romagna è tanto e ha tanto da mettere in gioco. Ci servirà tutto per farcela. E ce la faremo, ne sono sicuro”.
Il dibattito in Aula.
Matteo Rancan (Lega) critica il ritardo con cui è stata trasmessa all’Assemblea la relazione di mandato, che “impedisce un serio approfondimento e quindi un confronto costruttivo”. Invoca concretezza e rapidità, data la crisi post pandemia, e, per questo, sollecita la ripresa del percorso per l’autonomia rafforzata e politiche, specie in ambito economico, non assistenzialistiche. “Bonaccini parla di bazooka, ma, leggendo il suo programma di mandato, siamo di fronte a una cerbottana” afferma il capogruppo. Riguardo alle proposte, Rancan si concentra su “investimenti per scongiurare la chiusura dei pronto soccorso, controlli sugli assegnatari degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, semplificazione burocratica, azzeramento dell’Irap, istituzione di un marchio Made in ER, liquidità per imprese e commercianti, investimenti in infrastrutture, specie ferroviarie, anticipazione dei fondi Pac e semplificazione Psr”. E ancora “valorizzazione del commercio di vicinato, piani strategici ad hoc per la montagna, a partire dalla digitalizzazione del territorio, con la destinazione del 50% del bollo auto ai residenti in queste zone”. Infine, il consigliere richiama l’esecutivo regionale alla promessa revisione del sistema degli affidi, dopo il “caso Bibbiano”.
Marco Lisei (Fdi) chiede il pieno ripristino delle funzioni di controllo in capo alle opposizioni, fondamento del gioco democratico. Parla, inoltre, di linee di mandato che non tengono conto della gravità della crisi economica e sociale che si sta profilando. “Si fanno troppe promesse, rischiando di creare aspettative eccessive” sottolinea il capogruppo, che invita “a fare meno annuncia e stanziare più soldi”. Nello scorso mandato – evidenzia – molti impegni di governo sono stati disattesi, come “la riduzione delle società pubbliche regionali, la copertura digitale di tutti i comuni, il dimezzamento delle liste d’attesa in sanità”, ma nel nuovo programma di mandato “non vi si fa cenno né si fa autocritica”. Il progetto di revisione del sistema di governo del territorio – incalza Lisei – si è rivelato inadeguato, dato che Fusioni e Unioni di Comuni sono in crisi. Auspica, poi, un ritorno veloce alla normalità del sistema sanitario, anche se la sanità regionale è in sofferenza, e richiama alla necessità di un taglio alla burocrazia e una riduzione fiscale, da sostenere tramite un più incisivo contrasto all’evasione fiscale. Infine, reclama più attenzione per le famiglie, le cui difficoltà sono destinate ad aumentare, e circa la green economy, uno dei pilastri del programma di Bonaccini, sollecita attenzione al sostegno alle imprese e non solo al tema dell’ambiente.
Roberta Mori (Pd) parla di “pragmatismo e di programma con un’anima e una precisa identità”. Nel concentrarsi sul tema dell’uguaglianza di genere, invoca “un nuovo umanesimo in grado di affrontare con rinnovata consapevolezza e in modo più incisivo le differenze di genere per un definitivo superamento, specie in ambito lavorativo”. La crisi economia e sociale post pandemia – sottolinea la consigliera – non deve scaricarsi sulle donne e per questa “è fondamentale il piano d’interventi per contrastare marginalità e violenze nonché per frenare la denatalità contenute nel programma del presidente Bonaccini, che poggia sulla rete dei servizi sociali regionali”.
Giulia Gibertoni (Misto) punge Bonaccini: “il suo programma, presidente, sembra più confezionato per la ribalta nazionale che per governare l’Emilia-Romagna”. Si tratta – rimarca – di un documento burocratico, puro elenco di buone intenzioni e obiettivi ma senza indicazioni puntuali di come conseguirli: “un compitino senz’anima e senza il minimo cenno d’autocritica”. Riguardo alla sanità, la capogruppo è liquidatoria: “si parla di primato della sanità pubblica ma poi si assiste a un costantemente protagonismo di quella privata, il cui ruolo nella ‘cabina di regia’ delle politiche sanitarie della Regione è sotto gli occhi di tutti”. Altri rilievi critici: “manca il contrasto al gioco d’azzardo lecito, problema sociale, e la sostenibilità ambientale rimane per lo più enunciata”. Gibertoni, inoltre, rivendica la primazia nella proposta del marchio “Made in ER” per valorizzare “il saper fare”, uno dei tratti qualificanti dell’identità della nostra regione, e sollecita interventi di semplificazione burocratica e di rafforzamento dell’attrattività delle imprese, specie per accogliere quelle che stanno lasciando il Regno Unito dopo la Brexit.
Valentina Castaldini (Fi), affinché il programma di mandato abbia la massima efficacia possibile, invita Bonaccini “all’ascolto e al coinvolgimento della società regionale, per mettere al centro la persona e le comunità”. La scuola e le imprese – evidenzia la capogruppo – sono gli ambiti nei quali la Regione sta facendo da apripista per la ripresa post pandemia, dando un contributo essenziale alla messa a punto dei “protocolli”. Al riguardo, cita il protocollo relativo ai centri estivi, criticando, però, la Giunta per il mancato coinvolgimento delle opposizioni nonostante avessero assicurato massima disponibilità a collaborare. In merito alla ripresa, la consigliera suggerisce di “mettere rinnovata attenzione al tema della sussidiarietà, leva per la collaborazione piena tra pubblico e privato (Ant, Banco alimentare, etc), che la Regione deve sostenere rendendo efficiente la ‘macchina’ e ripensando alla scelta di non seguire la strada dei contributi a fondo perduto”.
Silvia Piccinini (M5s) stigmatizza il ritardo con cui è giunto il documento, conferma dello scarso rispetto verso le opposizioni che si manifesta anche nello svolgimento dei lavori dell’Assemblea, penalizzanti per i monogruppi. Ambiente e sanità sono gli aspetti presi in esame dalla consigliera: “l’annunciata svolta green deve passare per decisioni chiare e radicali e non può risolversi solo nella piantumazione di nuovi alberi ma con lo stop a infrastrutture dannose per il territorio”. Giudizio molto netto anche sulla sanità: “i disastri della Lombardia ci hanno fatto apparire dei giganti, ma i problemi non mancano e sono riassumibili nell’eccessiva lentezza nella predisposizione delle unità domiciliari, nella campagna di tamponi ancora ben lontana dai numeri annunciati e nell’elevato numero di decessi nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa)”. Sulle morti nella Case di riposo Piccinini coglie l’occasione per sollecitare la vicepresidente Schlein e la commissione Sanità ad avviare un approfondimento complessivo su queste strutture per rivedere anche le norme di accreditamento.
“Con il passaggio odierno vengono ripristinate le corrette modalità di confronto democratico nell’Assemblea legislativa, perché con la scusa del lock down ci si è nascosti fin troppo dal rendere pubblici gli obiettivi di questa Giunta” Con questa premessa Giancarlo Tagliaferri (Fdi) sottolinea anche le tante incongruenze del documento di programmazione e di quanto accaduto in questi mesi riguardo all’esecutivo regionale. “Da sottolineare- continua il consigliere- le strane uscite dell’ex Commissario ad Acta ed ex assessore nonché padre-padrone della Sanità regionale Sergio Venturi, il quale ha tacitato ogni forma di dissenso salvo poi fare una radicale marcia indietro sul lock down (giudicato eccessivo) oltre che sul tema degli anziani nelle Rsa e su altri aspetti delle politiche sanitarie regionali”. Esprime, invece, pieno appoggio alla Giunta contro ogni forma di accentramento nazionale della sanità pubblica. Rivolge, infine, un accorato appello per trovare nuovi metodi di collaborazione tra Giunta, maggioranza e opposizione, al fine di bypassare gli attuali tempi particolarmente dilatati degli iter assembleari e delle Commissioni.
Marcella Zappaterra (Pd) saluta questo passaggio come l’inizio ufficiale dell’undicesima legislatura regionale, il cui prologo è stato quantomai difficile e drammatico. “Sui diversi aspetti polemici evidenziati dalle opposizioni- critica la capogruppo- vorrei sommessamente ricordare che proprio pochissimi mesi fa si sono espressi in maniera inequivoca i nostri concittadini, premiando la storica capacità emiliano-romagnola di innovazione sociale e sviluppo sostenibile. Sono sicura che se si tornasse alle urne oggi il margine a favore della maggioranza sarebbe sensibilmente aumentato, a ulteriore testimonianza della bontà dei meccanismi decisionali condivisi che caratterizzano questa Giunta e questa maggioranza. Accusare il governo regionale di tagli alla sanità è poi ridicolo e forse gioverebbe ricordare quanto ha tagliato il governo nazionale giallo-verde nel periodo in cui è stato in carica”. Particolarmente apprezzati dalla consigliera alcuni passaggi del programma di mandato che tratteggiano i cambiamenti che dovranno essere compiuti nella quotidianità del lavoro di domani, così come nella rete di trasporti pubblici e soprattutto nella lotta alla burocrazia. “Attualmente abbiamo troppi enti che concorrono sulla medesima pratica, mentre dobbiamo arrivare a un unico ufficio che possa gestire i molteplici aspetti di un procedimento amministrativo moderno”.
Igor Taruffi (ER Coraggiosa) ribadisce, sul tema della salute, l’importanza rivestita, anche nella fase emergenziale, dalla sanità pubblica, e in particolare dalla rete dei servizi territoriali. Parla poi della necessità, sempre sul programma di governo, di proseguire sulla strada della transizione ecologica e del contrasto alle diseguaglianze (anche territoriali, come per le aree periferiche e per quelle montane). Conferma anche la riapertura dei punti nascita chiusi negli anni scorsi.
“Siamo a un bivio, o ci pieghiamo a quanto accaduto o raccogliamo la sfida e costruiamo il futuro dell’Emilia-Romagna”, afferma in Aula Lia Montalti (Pd) ribadendo che la via da seguire non può che essere la seconda. Parla della svolta verde dell’Emilia-Romagna, “dovremo essere- sottolinea- protagonisti di questa nuova fase europea, intercettando quanti più fondi comunitari possibili”. Ha poi evidenziato l’importanza del Patto per il lavoro e del Patto per il clima.
Gianni Bessi (Pd) rileva la necessità di “supportare l’economia reale con investimenti da parte del pubblico e del privato, con particolare attenzione ai settori strategici (come ad esempio quelli della chimica, della ricerca e dell’energia)”. In questa fase, aggiunge, “è poi fondamentale una riforma delle pubbliche amministrazioni, per rinforzare il sistema”. Ribadisce, infine, la centralità, in tutti i settori, del tema della sostenibilità.
Per Massimo Iotti (Pd) è necessario, in questa fase, valorizzare il terzo settore e il sistema regionale del volontariato. Parla poi dell’esigenza, sullo stesso tema, di arrivare a una legge quadro regionale, per rinforzare questo tipo di economia, coinvolgendo questi enti nella progettazione e nella programmazione degli interventi territoriali rivolti al sociale. Il consigliere chiede anche di rilanciare il tema dell’autonomia, per “dare maggiore efficacia all’azione del governo regionale”.
Massimiliano Occhi (Lega) si sofferma sugli aspetti di tutela del territorio e dell’ambiente contenuti nel programma, puntando il dito contro la riforma che “ha indebolito il ruolo delle Province, lasciando i Comuni, specie quelli montani, senza adeguata capacità pianificatoria, con pesanti ricadute sulle imprese”. Riguardo alla montagna, reclama interventi di manutenzione idrogeologica e maggiore semplificazione burocratica, chiedendo di valutare con serietà la realizzazione di invasi quali la diga di Vetto, utili sia per l’approvvigionamento idrico che per la produzione di energia. Sollecita una revisione del Piano regionale dei rifiuti, dato che, a suo avviso, il principio “chi inquina, paga” è disatteso e che la transizione economica verso la cosiddetta “svolta green” ricade in toto sulle imprese. Senza fondi poi – conclude il leghista – non è pensabile decollino gli interventi di efficientamento sismico ed energetico da parte dei privati.
Palma Costi (Pd) richiama il valore delle istituzioni regionali, autentico “architrave del sistema socioeconomico dell’Emilia-Romagna. Rivendica, inoltre, la scelta green della Regione e invita le opposizioni a “entrare maggiormente nel merito delle proposte”. In merito alla tutela del territorio, in risposta alle critiche della Lega, ricorda come “uno dei primi atti del governo giallo-verde sia stato il taglio scellerato dei fondi per il contrasto al dissesto idrogeologico”. Infine, sul tema della semplificazione burocratica, uno degli “obiettivi più sfidanti della legislatura appena avviata”, richiama tutte le forze politiche a “un contributo fattivo”.
Marco Mastacchi (lista Borgonzoni) si sofferma in particolare sul tema della sanità, richiamando “la necessità di investimenti sui territori per i quali i fondi più a portata di mano potrebbero essere quelli del Mes”. Riguardo agli ospedali, accoglie con favore l’annuncio di nuove strutture, ma invita anche a potenziare quelle esistenti, specie investendo sul personale. Invoca poi una programmazione straordinaria delle attività per ridurre le liste d’attesa e chiede chiarezza su tempi e modalità per la riapertura dei Punti nascita montani. “La montagna- sottolinea il capogruppo- deve essere messa in condizione di competere alla pari con gli altri territori e il potenziamento delle strutture sanitarie, così come quello delle infrastrutture viarie e digitali, deve essere una delle priorità della nuova Giunta”.
Massimiliano Pompignoli (Lega) punta il dito contro “la mancanza di chiarezza sulle risorse disponibili per gli interventi delineati nel programma di mandato, che finisce per connotare il documento come un ‘libro dei sogni’. Critica, in particolare, la riforma che ha ridimensionato il ruolo delle Province e la scelta di procedere a Fusioni e Unioni di Comuni: “decisioni fallimentari e sostanzialmente affossate dall’impegno a rafforzare il ruolo delle Province e a rivedere la governance del sistema regionale contenuto nel programma della nuova Giunta Bonaccini”. Infine, una stilettata sul tema dell’autonomia regionale: “siete al governo da quasi un anno e non avete combinato nulla”.
Matteo Montevecchi (Lega) chiede un censimento degli istituti scolatici per programmare “riqualificazioni e adeguamenti strutturali al fine di garantire lezioni in presenza in un contesto ambientale adeguato”. Sempre in tema di scuola, chiede una riforma del sistema della formazione professionale e più attenzione per le scuole paritarie.
La seduta trasmessa in streaming sul sito dell’Assemblea legislativa (www.assemblea.emr.it)
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]