La polizia di Stato di Reggio, nell’ambito dell’operazione “Perseverance”, ha arrestato il 47enne Salvatore Procopio, ritenuto dagli inquirenti appartenente alla ‘ndrangheta emiliana. L’uomo è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e di detenzione illegale di armi da sparo.
La misura di custodia cautelare in carcere è stata eseguita dalla squadra mobile della questura reggiana su ordine del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bologna Alberto Ziroldi, su richiesta del procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Amato e della pm Beatrice Ronchi.
L’inchiesta aveva già fatto scattare le manette ai polsi di diversi esponenti di spicco del sodalizio criminale: tra questi Giuseppe Sarcone Grande, Salvatore Muto (fratello di Luigi e Antonio Muto, già condannati in appello anche nel maxi-processo Aemilia), Domenico Cordua e Giuseppe Friyio, accusati a vario titolo di associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata dal metodo e dall’agevolazione mafiosi.
Nell’occasione era stata documentata anche un’attività estorsiva per due milioni di euro di provenienza illecita ed era stata sequestrata un’arma con matricola abrasa e illegalmente detenuta: arma che, secondo gli investigatori, sarebbe stata ceduta a Cordua proprio da Procopio, considerato dagli inquirenti un cosiddetto “azionista”, cioè un membro del clan incaricato di compiere azioni criminali anche violente.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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