Lunedì 6 marzo al Magati di Scandiano inizia l’attività del primo Ospedale di Comunità (OSCO) della provincia di Reggio Emilia. “La scelta di questa sede è in linea con uno dei percorsi di sviluppo dell’ospedale scandianese nell’ambito dell’organizzazione dell’assistenza a livello provinciale – spiega l’Ausl in ina nota – Negli ultimi anni il Magati è progressivamente divenuto centro di riferimento per i pazienti che necessitino di un ricovero prolungato prima del rientro al proprio luogo di residenza o si trovino in una fase di malattia che richieda specifico monitoraggio”.
L’Ospedale di Comunità offre un livello di assistenza intermedio tra la degenza ospedaliera e il domicilio. Sono accolti in prevalenza pazienti che non presentano patologie acute, ma hanno bisogno di cure difficilmente gestibili a casa oppure soffrono di malattie croniche che richiedono controlli periodici e terapie complesse; accoglie anche pazienti in dimissione dai reparti ospedalieri quando ancora risulta difficoltoso il rientro a casa.
L’OSCO di Scandiano prevede fino ad un massimo di 20 posti letto. L’assistenza è assicurata da professionisti sanitari con differenti competenze che collaborano secondo un Piano Assistenziale Individuale (PAI) concordato con il paziente e la sua famiglia. Il PAI permette un’assistenza personalizzata, tesa a restituire alla persona il maggiore grado di autonomia possibile.
La collocazione all’ospedale Magati offre diversi vantaggi:
- valorizzazione di un settore recentemente riqualificato, già sede della Struttura di Lungodegenza, con caratteristiche alberghiere idonee alla tipologia di utenti (stanze, bagni attrezzati, palestra).
- prossimità con servizi di diagnostica per immagini e di laboratorio, di medicina fisica e riabilitativa;
- consulenze attivabili in caso di necessità grazie alla presenza di specialisti nei diversi settori;
- copertura assistenziale di notte e nei festivi con la guardia internistica sempre attiva nei reparti di degenza.
Nell’OSCO operano:
- infermieri e operatori socio sanitari nelle 24 ore;
- un medico con presenza giornaliera, in contatto diretto con i medici di famiglia;
- fisioterapisti e consulenti sulla base delle necessità individuate nei PAI.
Gli OSCO
Gli Ospedali di comunità sono strutture intermedie tra l’assistenza domiciliare e l’ospedale, in sostanza un ponte tra i servizi territoriali e l’ospedale per tutte quelle persone che non hanno necessità di essere ricoverate in reparti specialistici, ma necessitano di un’assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio.
Le persone assistite sono: pazienti, prevalentemente con patologia cronica, provenienti da una struttura ospedaliera, per acuti o riabilitativa, che clinicamente possono essere dimessi da ospedali per acuti, ma non in condizione di poter essere adeguatamente assistiti a casa; pazienti fragili e/o cronici provenienti dal domicilio.
Gli Ospedali di comunità sono quindi strumento di integrazione ospedale-territorio e di continuità delle cure, erogate sulla base di una valutazione multidimensionale della persona da assistere, attraverso un piano integrato e individualizzato di cura. Non vanno intesi come strutture ex novo, ma come la riconversione di posti letto per la degenza in strutture già esistenti, che vengono rimodulate all’interno del nuovo modello organizzativo.
La degenza attesa ha una durata limitata, di norma non superiore alle 6 settimane, in relazione alle valutazioni e agli obiettivi definiti.
L’assistenza in lungodegenza
Dallo scorso anno la Struttura di Lungodegenza, diretta dal Dr. Aldo Sangermano e precedentemente collocata all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, ha sede all’Ospedale Magati di Scandiano, integrando l’offerta esistente sino a raggiungere complessivi 70 posti letto, collocati al secondo piano (36 p.l.) e al terzo piano (34 p.l.).
L’accorpamento del settore in un’unica sede favorisce la collaborazione con la rete sociale distrettuale ed extra-distrettuale per dare risposte ancor più efficienti ai bisogni dei cittadini e facilitare lo studio di soluzioni organizzative utili a ottimizzare la presa in carico e la logistica complessiva. Sono offerti diversi percorsi:
- prestazioni post acuzie per pazienti che vengono dimessi da reparti intensivi e necessitano di stabilizzazione clinica, monitoraggio e consolidamento della terapia;
- prestazioni di lungodegenza per pazienti assistiti al domicilio (o in residenze) per i quali sia indicato un periodo di osservazione all’aggravarsi delle condizioni di salute, prevalentemente anziani e perlopiù affetti da patologie cronico degenerative;
- prestazioni di riabilitazione estensiva per pazienti che debbano completare percorsi di riabilitazione su progetto individuale in vista di un possibile rientro a casa (es: icrtus, infarto, frattura del femore).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]