Quando sono arrivato a pagina 400, cioè l’ultima, mi sono detto: “Già finito?”.
Eh sì! Iovane – che è anche relativamente giovane (scusate il bisticcio) – si è caricato sulle spalle più di dieci anni di storia d’Italia, con radici che affondano ancora più indietro nel nostro controverso passato. E non una storia qualunque.
Tra personaggi più o meno immaginari e personaggi reali ci ha raccontato, con documentata drammatica leggerezza, gli anni che corrono tra il 1969 e il 1979. Con un’appendice al 1982, ma questa la trascuriamo volutamente. Dalla strage fascista di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 alla sconfitta politico-militare del nucleo storico delle Br, sconfitto manu militari dal generale Dalla Chiesa. Nel 1978 i brigatisti avevano rapito e ucciso Aldo Moro, presidente della Democrazia cristiana.
Il romanzo entra subito in argomento (come piace a me). La cattura del brigatista Jacopo Varega, detto Vladimiro, e della sua compagna in armi – e non solo – Irene Lotti, nome di battaglia Clizia, a opera di due carabinieri del nucleo antiterrorismo di Dalla Chiesa. Tutto ripreso dalla giornalista di una tv romana, Ornella Gianca, insieme al suo operatore Antonio. Una scena d’azione esemplare. Azione e suspense nella notte beat di Castelporziano (Roma), 29 giugno 1979.
La sua è una scrittura secca, essenziale, mai banale, che ha la capacità di rendere credibili tanto le scene d’azione quanto i personaggi che vivono nel suo romanzo, che siano i terroristi oppure il carabiniere che vuole servire lo Stato contro i brigatisti.
Il protagonista, il brigatista Vladimiro, ferito, fugge dall’ospedale dove era stato ricoverato. Da qui si dipana l’avvincente racconto che ricomincia dal 1969, dall’autunno caldo, l’anno in cui Vladimiro è stato reclutato. Si passa da Costaferrata (Vezzano sul Crostolo, Reggio Emilia), dove si riunirono gli uomini e le donne che daranno vita al nucleo storico delle Brigate Rosse.
Ci sono sequestri, ferimenti e ammazzamenti. C’è l’incontro con un partigiano della “Resistenza tradita”, che avrà un ruolo significativo nello sviluppo e nell’epilogo del romanzo. Ci sono le stragi fasciste della Banca dell’Agricoltura di Milano, di piazza della Loggia e dell’Italicus. Ci sono i giornalisti… il veterano Lucio Aliberti e il giovane Paolo Galbiati: il loro interloquire ci fa rivivere un dibattito che allora, negli anni ’70, era molto vivo nella sinistra, ossia la diversa valutazioni degli “opposti estremismi”.
Iovane, insomma, ci racconta l’abbraccio mortale (nel senso di costo di vite umane) tra la Strategia della tensione – le stragi fasciste compiute in combutta con i servizi segreti “deviati” (qui non posso certo farvi la storia ma leggetevi il libro e poi cercate le parole degli storici, come ha fatto Iovane) — e gli Anni di piombo, segnati dalle azioni terroristiche non solo delle Br, ma anche di altri gruppi emulatori.
L’autore riesce a restituirci, anche se in forma impressionistica, la cultura (o meglio la controcultura) degli anni Settanta che ha accompagnato, e in certi momenti interagito, con il terrorismo brigatista. E in questa controcultura c’è spazio anche per la storia di un musicista tossicodipendente e l’irruzione trasformatrice, sul palcoscenico italiano, della “febbre del sabato sera”. Per fortuna l’autore ci regala anche alcuni momenti di svago.
Pistolotto finale. Sono sempre più convinto che oggi i romanzi storici, come “M” di Scurati, tanto per intenderci, facciano un buon servizio non solo agli storici certificati, ma alla crescita storico-culturale del Paese. E “Il brigatista” di Iovane è uno di questi.
Antonio Iovane, Il brigatista, Minimum Fax, Roma 2019, pp. 402, 17,00 euro
Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia
Colonna sonora
FABRIZIO DE ANDRÈ, Il Bombarolo
FRANCESCO DE GREGORI, Niente Da Capire
ANTONELLO VENDITTI, Bomba O Non Bomba
IAN DURY AND THE BLOCKHEADS, Sex & Drugs & Rock & Roll
GIORGIO LO CASCIO, Per Te Che Mi Sei Compagna
LUCIO BATTISTI, Una donna per amico
Ultimi commenti
buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!