Sempre più famiglie a vivere in Appennino

cusna_neve_primavera

Andare a vivere in Appennino? La Regione rilancia e raddoppia, dando questa opportunità a ulteriori 346 giovani coppie o famiglie che si aggiungono alle prime 341 che si erano già aggiudicate il contributo nella prima graduatoria del Bando Montagna.

Salgono dunque a quasi 700 i nuclei familiari che su tutto il territorioriceveranno circa 30mila euro a fondo perduto per acquistare o ristrutturare un’abitazione in uno dei 119 comuni montani dell’Emilia-Romagna. Età media di poco superiore ai 30 anni, in 9 casi su 10 nuclei con figli: questo il profilo delle nuove famiglie che ottengono l’aiuto regionale, in linea con quelle della prima chiamata.

Una promessa mantenuta grazie a uno stanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro che porta a 20 milioni il totale delle risorse messe a disposizione dal Bilancio regionale: un plafond che mobilita ulteriori investimenti privati attraverso i lavori di ristrutturazione previsti in molti casi.

Per i territori montani una preziosa iniezione di risorse,anche occasione di sviluppo e lavoro, grazie ai cantieri che si apriranno. Anche per questa seconda tranche di domande ammesse a finanziamento, infatti, la gran parte dei lavori saranno affidati a imprese del territorio.

Il Bando

Uscito lo scorso maggio, con il via a settembre alla presentazione delle domande, il Bando Montagna aveva visto 2.310 domande ammissibili, di cui 341 appunto finanziate a novembre. Un successo e la conferma di un rinnovato interesse per questi territori così preziosi da un punto di vista ambientale, nei quali va scongiurato il rischio di spopolamento e invecchiamento demografico.

Un interesse che la Regione vuole dunque sostenere e accompagnare, perché anche da questo passa la possibilità di uno sviluppo più equilibrato e sostenibile per tutta l’Emilia-Romagna.

Da qui la scelta di scorrere la graduatoria, finanziando una seconda tranche di domande.

La fotografia delle domande

Con lo scorrimento della graduatoria vengono finanziate 346 domande per ulteriori 10 milioni di euro (per l’esattezza 9.988.280 euro). Di queste, 167 per l’acquisto di una abitazione, 84 per un intervento di ristrutturazione e 95 per un intervento misto di acquisto e ristrutturazione. L’analisi di questa seconda tranche di domande conferma complessivamente quanto era già emerso per la prima. Nell’87 % dei casi si tratta di nuclei familiari o monoparentali con figli, nel 13% di single. L’età media continua ad essere bassa, di poco superiore ai 30 anni. Sostanzialmente in linea anche il valore dell’importo medio assegnato, di poco inferiore ai 29 mila euro.

Gli interventi per provincia

Su 346 interventi, 26 sono quelli che riguardano i comuni montani della provincia di Piacenza per un importo complessivo dei contributi di 770mila euro; 59 i comuni montani della provincia di Parma per un importo totale di 1.693.830 euro; 54 quelli del Reggiano per 1.527.500 euro; 60 quelli del Modenese per 1.737.550 euro. E ancora: vengono finanziati 59 interventi nell’Appennino bolognese per 1.711.000 euro; 47 nell’Appennino forlivese-cesenate per 1.362.900 euro; 16 in quello Ravennate per 475mila euro e 25 nei comuni montani del Riminese per 710.500 euro.

Considerando anche la prima tranche di interventi, su 687 interventi complessivamente finanziati: 68 nuclei familiari ricevono il contributo in provincia di Piacenza, per un importo complessivo di 1.985.576 euro; 123 in provincia di Parma per un importo di 3.578.580 euro; 124 in provincia di Reggio Emilia per 3.520.916 euro; 112 nel Modenese per 3.285.050 euro; 84 in provincia di Bologna per 2.449.000 euro; 94 in provincia di Forlì-Cesena per 2.765.400 euro; 33 in provincia di Ravenna per 977.061 euro. Infine, 49 gli interventi totali nel Riminese per 1.414.000 euro.

Il bando Montagna, le ragioni di un successo

Il successo del Bando Montagna è attestato dall’elevato numero di domande ammissibili: 2.310. Così distribuite sempre per quanto riguarda la provincia interessata dall’intervento: 129 in quella di Piacenza, 335 in quella di Parma, 297 in quella di Reggio Emilia, 390 in quella di Modena, 624 in quella di Bologna, 99 in quella di Ravenna, 319 in quella di Forlì-Cesena, 120 in quella di Rimini.

Il bando prevede per tutti i beneficiari l’obbligo di trasferire la propria dimora abituale nell’alloggio acquistato o ristrutturato, entro sei mesi dalla sottoscrizione dell’atto di acquisto o dalla data di ultimazione dei lavori, richiedendo contestualmente la residenza nel comune montano per almeno cinque anni. Tra le finalità – oltre a quella di rilanciare lo sviluppo di questi territori – anche quello di spingere sul recupero del patrimonio edilizio montano con criteri premianti per gli interventi su edifici di valore storico come le case in sasso, situati all’interno di aree di pregio ambientale, oppure dismessi e abbandonati.

I contributi sono a fondo perduto e vanno da un minimo di 10 mila euro, a un massimo di 30 mila euro, comunque non superiori al 50% delle spese sostenute in caso di acquisto dell’immobile e, in caso di ristrutturazione, al 50% dell’importo lavori e alla somma non portata in detrazione fiscale.

Per quanto riguarda la tempistica, il bando prevede la conclusione dell’intervento entro 9 mesi (in caso di acquisto dell’immobile) o di 24 mesi (in caso di recupero, con fine dei lavori). In particolare, per questa seconda tranche di progetti i termini decorrono dalla data di approvazione della delibera di scorrimento della graduatoria.

Destinatarisono inuclei familiari in cui almeno uno dei componenti (ad esclusione dei figli) sia nato dopo il 1° gennaio 1980 (età massima 40 anni) e abbia la residenza anagrafica in Emilia-Romagna o comunque svolga un’attività lavorativa esclusiva o principale nel territorio regionale. Tra i requisiti anche l’Isee inferiore a 50mila euro se relativo a un nucleo già formato, e fino a 60 mila per nuclei da formare. Tra le premialità, quelle a favore degli interventi realizzati in comuni montani in cosiddetta fascia 1 e 2 (su tre fasce, quelli più penalizzati sulla base degli indici di reddito, di anzianità e di spopolamento). Punteggi aggiuntivi anche per i nuclei familiari che trasferiscono la residenza da un comune non montano (in particolare se un componente del nucleo ha un lavoro in montagna); per le famiglie con figli conviventi e/o minori; per quelle già residenti, ma con attività lavorativa in altro comune montano.

Per i beneficiari della prima tornata, sono già state avviate le operazioni di rendicontazione delle domande e sono in dirittura d’arrivo le prime erogazioni.