Ancora scioperi a sorpresa nel Reggiano

scioperi metalmeccanici provincia Reggio

È di nuovo sciopero a sorpresa nelle fabbriche metalmeccaniche della provincia di Reggio, per chiedere che Federmeccanica (che rappresenta gli industriali del settore) torni al tavolo di trattativa per il contratto nazionale e che vengano riconosciuti aumenti salariali superiori all’inflazione.

Lunedì 17 febbraio gli scioperi hanno coinvolto gli stabilimenti dell’Argo Tractors di San Martino in Rio, la Smeg e la Bertazzoni di Guastalla, la Eviosys di Calerno, la Comet di Pieve, la Tenax di Rio Saliceto e la Cobo di Cadelbosco Sopra; in quest’ultimo caso gli operai e le operaie stanno protestando anche per questioni aziendali, a partire dal contratto interno.

In tutto hanno incrociato le braccia circa 3.500 lavoratori e lavoratrici di alcune delle principali realtà produttive reggiane, su richiesta dei sindacati nazionali Cgil, Cisl e Uil, per riaprire una trattativa che Confindustria ha chiuso e sembra non voler proseguire: chiedono aumenti salariali che difendano il potere d’acquisto, la riduzione dell’orario di lavoro senza penalizzare la retribuzione e una lotta decisa contro la precarietà.

“L’impressione – hanno spiegato i segretari provinciali di Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Fim-Cisl Simone Vecchi, Jacopo Scialla e Alessandro Bonfatti – è che la maggioranza degli industriali non voglia più fare il contratto nazionale, che ritenga sia sufficiente applicare quanto già in essere; ma così produrranno uno scontro profondo con i propri dipendenti, che sono consapevoli della crescita dei profitti di questi anni quanto della perdita del potere d’acquisto delle proprie retribuzioni”.

Il 2024 è stato un anno in cui migliaia di lavoratori metalmeccanici hanno subìto la cassa integrazione, con centinaia di ore di cassa ciascuno, soprattutto nei settori della meccanica agricola e dell’automotive. “Grazie a un utilizzo intenso degli ammortizzatori sociali, i bilanci aziendali del 2024 avranno quasi tutti il segno positivo”, rilevano i segretari provinciali delle tute blu, “mentre i bilanci famigliari del personale di quelle aziende, pesantemente impoveriti a causa della cassa integrazione, segnano ‘rosso’ per tante persone”.

La protesta dei metalmeccanici contro la posizione di Federmeccanica riguarda da settimane decine di aziende della provincia di Reggio e di tutta Italia. Secondo le sigle sindacali provinciali, “gli industriali metalmeccanici di Reggio non stanno facendo nulla per spingere la Federmeccanica a riaprire il negoziato: per questo i lavoratori continueranno con fermate a sorpresa, finché non sarà raggiunto un contratto dignitoso”.

Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno sintetizzato in tre punti le ragioni degli scioperi: aumenti salariali per contrastare l’inflazione e rafforzare il potere d’acquisto, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, riduzione della precarietà e stabilizzazione dei contratti.
I sindacati hanno ribadito che la proposta di Federmeccanica “è inaccettabile e non tiene conto delle reali difficoltà economiche in cui si trovano i lavoratori. Gli scioperi continueranno finché non si aprirà una vera trattativa che possa garantire risposte concrete e giuste.
Non ci fermeremo finché non otterremo ciò che ci spetta”.



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