In commissione Ambiente, l’assessore Priolo illustra altre novità del Pair. Oltre al traffico e ai veicoli diesel, fra le principali cause di inquinamento ci sono le stufe a legna, l’agricoltura e la zootecnia: “Dobbiamo agire simultaneamente su agricoltura, attività industriali, riscaldamenti, mobilità”. Dalle opposizione dubbi sulle tante risorse per bici e piste ciclabili: “Servono incentivi, non criminalizzare alcuni settori”
L’obiettivo è la riduzione delle emissioni, mettendo in campo una serie di azioni su diversi settori. Le linee strategiche del Piano per la qualità dell’aria 2030 approdano di nuovo in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro, e sono state approfondite dall’assessore all’Ambiente, Irene Priolo.
Si tratta di un secondo passaggio che “ricalca dati e obiettivi della prima presentazione”. La proposta sarà poi elaborata, dopo aver ascoltato tutti i portatori di interesse e aver consultato le Autorità in materia ambientale. Il Piano è atteso in Assemblea in settembre. Fino al 2020 erano coinvolti nel Pair 33 comuni, “ora riguarda tutti i comuni, esclusi quelli dell’Appennino”.
L’assessore Priolo ha ripercorso i punti principali del Pair 2030 – che ha un finanziamento di 150 milioni di euro, di cui 67 nel primo triennio – ricordando come la sentenza di condanna della Corte europea sia solo per gli sforamenti giornalieri delle PM10 “perché dal 2017 al 2020 non siamo mai andati oltre i limiti assegnati. È interessante l’anno 2020, perché nonostante il blocco dovuto alla pandemia, con traffico fermo e attività produttive ridotte, abbiamo continuato ad avere inquinamento diffuso, a causa della situazione meteo che non favorisce un ricambio di aria nel Bacino padano. Positivo, invece, è stato il 2021”.
Il biossido di azoto, emesso dai motori diesel è tra i principali responsabili dell’inquinamento, mentre nelle Pm10 – la componente principale delle emissioni – il 57%, proviene da impianti domestici a biomassa (camini a legna o similari). Poi ci sono le auto. L’ammoniaca, invece, è prodotta in agricoltura (22% da coltivazioni con fertilizzanti) e dalla zootecnia (76%). Priolo ha spiegato che “il gas naturale è usato dal 91% degli utenti, mentre la legna solo dall’8% ma quest’ultima causa un maggiore inquinamento. Dobbiamo contrastare i camini aperti, che sono 84mila, perché un camino impatta come 2.400 stufe a gas”.
Occorre lavorare, ha continuato l’assessore, sugli inquinanti primari e secondari e sull’approccio simultaneo su agricoltura, attività industriali, riscaldamenti, mobilità.
“Se tutto resta com’è – ha chiesto Priolo – cosa accade? E cosa avviene invece con lo scenario di Piano? Nel 2017, si producevano 68mila tonnellate di ossidi di azoto, nel 2025 saranno 42mila e nel 2030 scenderanno a 30mila. Con Il Pair, nel 2030 la riduzione sarebbe a 28mila tonnellate (obiettivo riduzione 4%). Con il Piano la riduzione complessiva degli inquinanti sarà del 59% al 2030”.
I trasporti rappresentano un punto importante del Pair e l’inquinamento maggiore è provocato dei veicoli pesanti diesel per cui le politiche si orientano a spostare il trasporto merci da gomma a ferro. Un aiuto dovrebbe venire dall’App Move in (niente più limiti di ingresso nelle città, ma un numero di chilometri da percorrere in un anno controllati grazie a una scatola nera sul veicolo). “La Regione -ha affermato la titolare dell’Ambiente- prevede di mettere in vigore le limitazioni alle auto euro 4 solo quando ci sarà il Move in. Crescono gli euro 6, ma ci sono tanti euro 4 in circolazione e ancora tantissimi euro 0. Quando Move in sarà attivo lo utilizzeranno per tutte le categorie del blocco e nei 33 comuni già presenti nel Pair (752mila veicoli). Con i comuni nuovi entrati, si parte dal diesel euro 3”.
Gli investimenti possono contare su 230 milioni da Por e Fesr, mentre in generale altre risorse prevedono 2,3 miliardi fino al 2025 per trasporto pubblico su ferro e gomma, biciclette, elettrico e infomobilità. “Bike to work -ha detto Priolo- ha visto interventi nei 33 comuni per un totale di 3 milioni di contributi. Nel periodo 2021-2023 sono stati stanziati 20 milioni a 194 comuni sotto i 50mila abitanti e 13 sopra i 50mila. Importanti anche i risultati per sostituire gli impianti a biomassa legnosa: accolte 289 domande per 800mila euro”. Per la sostituzione di mezzi obsoleti e per acquistare veicoli elettrici ci sono stati circa 4 milioni per 143 domande. L’assessore ha proseguito, affermando che sono stati piantati 2,3 milioni di alberi, e che per i percorsi casa-scuola è triplicata la partecipazione, arrivando a coinvolgere 34mila alunni.
Bene anche gli aiuti per l’agricoltura: “La riduzione di gas serra e ammoniaca ha visto 360 domande per un importo richiesto di 35 milioni, ma la dotazione era solo di 10. Stiamo lavorando per incrementare il fondo: 13,6 milioni arriveranno dall’Ambiente e altri 3,8 dall’assessorato all’Agricoltura”.
Michele Facci (Lega) ha affermato che “il Piano, anche se migliorato, non considera ciò che sta accadendo alla luce della crisi e che pensare di spostare la mobilità sull’elettrico diventa un problema per l’approvvigionamento e lo smaltimento delle batterie”. Sul riscaldamento, il consigliere ha sottolineato che tanti usano il legno nei camini anche per risparmiare “e l’incentivo per la sostituzione delle stufe andrebbe esteso anche ad altre categorie”. Per il trasporto pubblico, Facci, ha lanciato l’idea di renderlo gratuito per disincentivare l’uso delle auto, sulla scorta di alcuni Stati che lo stanno sperimentando: “No a logiche repressive, il cittadino sia incentivato. Ad esempio, bike to work non è per tutti. La Regione poi non dà incentivi per i mezzi ibridi perché dice che c’è il fondo nazionale di 650 milioni: ma è poco utilizzato perché il finanziamento è solo di 2-3mila euro a veicolo per mezzi che sono molto costosi”.
Secondo Marco Mastacchi (Rete civica) “si lavora sulle limitazione e si criminalizzano alcuni settori. Attenzione ai messaggi che si danno all’esterno perché sembra che le biomasse siano il grande colpevole dell’inquinamento. Si devono, invece, dare spiegazioni e incentivi”. Anche il consigliere ha stigmatizzato i tanti soldi per “le piste ciclabili e le bici elettriche, ma nella realtà, le bici diventeranno per il tempo libero o appese al chiodo. Vanno poi spiegate quali sono le fonti per produrre i veicoli elettrici. La produzione di energia andrebbe innestata sulle comunità energetiche”.
Andrea Costa (Partito democratico) ha suggerito di “tenere conto delle diverse sensibilità, per destinare le risorse su ogni azione. È, però, necessario individuare i macro ambiti su cui intervenire e far emergere le componenti principali degli inquinanti. È un dato di fatto da cui partire. Dico no alla criminalizzazione, penso che un incentivo sia meglio di una sanzione”. Sulle risorse, il consigliere dem ha affermato “si deve fare lo sforzo di leggere il Piano in modo integrato con gli altri Piani che hanno risorse proprie. Sulle biomasse, oggi per le famiglie è un costo anche il pellet, dobbiamo dire al cittadino che “insieme facciamo sì che tu possa comprare uno strumento più sostenibile”. Le Regioni del Bacino padano, ha concluso, “siano compatte per richiamare più risorse nazionali, per sostenere le famiglie e tutelare la salute”.
L’assessore Priolo ha replicato ricordano che questo piano ha le risorse, quello precedente no. “Non stiamo vietando le biomasse legnose -ha risposto- ma suggeriamo di usare la tecnologia più evoluta e finanziamo fino al 100% la sostituzione della stufa a legna”. Sui costi ipotizzabili del trasporto pubblico gratuito, l’assessore ha detto che “la Spagna lo sta provando per qualche mese, ma lo paga il governo. Basti pensare che da noi l’abbonamento gratuito per gli studenti costa 30 milioni, se fosse gratis per tutti servirebbero altri 120 milioni anno. Solo su Bologna il costo sarebbe di 75 milioni … una misura quasi improponibile. L’approccio ideologico non porta risultati, come pure la negazione del problema”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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