Luigi Ghirri. Les années Marazzi 1975 –1985. Installation view presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, 2021. Foto Aurélien Mole. Courtesy Marazzi Ceramiche
Sarà in esposizione fino al 21 dicembre la mostra “Luigi Ghirri. Les années Marazzi 1975 – 1985″, a cura di Ilaria Campioli, allestita all’Istituto italiano di cultura di Parigi: per la prima volta, dunque, è arrivato in Francia un nucleo inedito di fotografie di Ghirri scattate tra gli anni Settanta e Ottanta e conservate per decenni negli archivi dell’azienda emiliana di ceramiche Marazzi.
La mostra, che rientra nel percorso “A Paris pendant Paris Photo” di Paris Photo 2021, rappresenta il secondo appuntamento di un progetto espositivo che ha visto come prima tappa quella al Palazzo Ducale di Sassuolo, in provincia di Modena, dove le immagini del fotografo reggiano sono state esposte dallo scorso 16 settembre fino al 31 ottobre.
Il progetto espositivo è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra l’Istituto italiano di cultura di Parigi, l’archivio Luigi Ghirri e Marazzi Group. “È per noi un grande onore ospitare l’opera di uno dei più grandi fotografi italiani del Novecento”, ha sottolineato il direttore dell’istituto Diego Marani: “Questa importante operazione di valorizzazione intrapresa da Marazzi ci consente oggi di esporre delle opere inedite e quasi mai presentate al pubblico, in un contesto internazionale importante come Paris Photo 2021”.
È il 1975 quando Ghirri varca per la prima volta le soglie dell’azienda ceramica: è in una fase di crescita e sperimentazione che lo porterà, nel 1979, alla sua prima grande mostra personale a Parma, mentre Marazzi è un’impresa leader nel settore della ceramica grazie al brevetto della monocottura. Ne nasce un sodalizio unico per durata, profondità e risultati: il fotografo realizza – coinvolgendo anche John Batho, Cuchi White e Charles Traub – un progetto di ricerca in cui la ceramica è letta liberamente come superficie e spazio mentale, possibilità infinita di composizione, luce e colore.
In dieci anni Ghirri realizza per Marazzi un importante corpus di opere, quasi del tutto svincolate dai canoni dell’immagine pubblicitaria ed estremamente coerenti con la ricerca artistica e visiva e con i temi cari al fotografo in quegli anni: la superficie, l’oggetto comune, il progetto, il paesaggio, la luce come genius loci.
La mostra in terra francese si snoda all’interno della sala degli specchi e della quadreria del piano nobile della palazzina settecentesca che ospita oggi l’Istituto italiano di cultura di Parigi; presenta una selezione di ventiquattro fotografie tra quelle realizzate nell’ambito della collaborazione tra Ghirri e Marazzi.
“Nella produzione realizzata per Marazzi, Luigi Ghirri inserisce il materiale ceramico all’interno di una riflessione più ampia sulla rappresentazione”, ha spiegato la curatrice Ilaria Campioli: “Le superfici entrano a far parte di quel sistema di misurazione e riduzione del mondo in scala così importante per l’autore in quegli anni. La combinazione dei diversi piani e le griglie gli permettono di approfondire la riflessione sulla conoscenza e sull’apprendimento, come fossero un foglio su cui imparare ogni volta a scrivere e disegnare”.
Oltre al capitolo espositivo, il progetto si articola anche in un prezioso volume omonimo (“Luigi Ghirri. The Marazzi Years 1975-1985”, non destinato alla vendita) e in un sito di approfondimento completamente dedicato a questa speciale produzione del fotografo emiliano.
“La valorizzazione di questo sodalizio unico tra uno dei più grandi maestri della fotografia italiana e l’azienda si arricchisce di un nuovo capitolo, con l’esposizione per la prima volta di un nucleo di queste opere di Ghirri in Francia, in un luogo simbolo della diplomazia culturale”, ha concluso l’amministratore delegato di Marazzi Mauro Vandini: “Si tratta in realtà di un ritorno a Parigi, visto che il portfolio Marazzi realizzato con Ghirri, Cuchi White e Charles Traub in seno a questa collaborazione venne presentato proprio a Parigi nel 1984 negli spazi del primo showroom Marazzi. Siamo quindi orgogliosi che questa avventura prosegua e continui a germogliare conoscenza. Per questo non posso che ringraziare nuovamente l’archivio e Adele Ghirri per il prezioso supporto”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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