Per il terzo anno consecutivo l’Emilia-Romagna è risultata la regione alla quale è stata destinata la quota più alta (un milione e 471mila euro) del Fondo per le mense scolastiche biologiche del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali, che ha una dotazione complessiva di cinque milioni: risorse economiche da distribuire alle amministrazioni locali che offrono il servizio di refezione scolastica biologica per coprire le maggiori spese sostenute per l’erogazione dei pasti, in modo da non far aumentare il costo della refezione scolastica a carico delle famiglie.
Gli importi per ciascuna regione, corrispondenti per l’Emilia-Romagna a circa otto milioni di pasti erogati nel 2020, sono calcolati in base al numero di beneficiari del servizio di ristorazione scolastica in ciascun ambito territoriale.
La giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha già approvato la ripartizione dei fondi relativi all’annualità 2020: 15mila euro al Comune di Sorbolo Mezzani (in provincia di Parma); 24mila euro al Comune di Fiorano Modenese e oltre 49mila euro a quello di Formigine (in provincia di Modena); 651mila euro al Comune di Bologna, oltre 75mila euro a quello di Casalecchio di Reno e oltre 32mila euro a quello di Medicina (nel territorio della città metropolitana di Bologna) e 69mila euro a Solaris srl, la stazione appaltante per i Comuni bolognesi di Sasso Marconi e Ozzano dell’Emilia. Al Comune di Ferrara sono destinati circa 130mila euro, mentre in Romagna arriveranno quasi 120mila euro al Comune di Cesena, 132mila euro a quello di Rimini, oltre 14mila euro a quello di Coriano e più di 15mila euro a quello di San Giovanni in Marignano (entrambi in provincia di Rimini) e oltre 143mila euro all’Unione dei Comuni della Bassa Romagna (in provincia di Ravenna).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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