Mercoledì primo aprile, durante una duplice operazione condotta dall’Agenzia delle dogane e dalla Guardia di Finanza (in esecuzione delle direttive del procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato e del prefetto felsineo Patrizia Impresa), all’aeroporto e all’interporto di Bologna sono stati requisiti oltre 13mila dispositivi medici monouso per la ventilazione respiratoria e cinquantamila mascherine.
L’importante quantitativo di materiale sanitario è stato consegnato all’Agenzia di protezione civile dell’Emilia-Romagna e rimarrà dunque sul territorio.
Le mascherine di tipo chirurgico requisite all’aeroporto Guglielmo Marconi erano di importazione cinese ed erano destinate a rivenditori privati, mentre i dispositivi medici monouso per la ventilazione respiratoria intercettati all’interporto di Bentivoglio (di fabbricazione italiana) sarebbero stati illegalmente destinati alla Repubblica Sudafricana.
“Diciamo ancora una volta grazie per questo intervento straordinario che ha permesso di restituire alla nostra comunità materiale prezioso”, ha spiegato l’assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini: “È veramente ignobile che ci sia chi continua, per bramosia di guadagno e in un momento drammatico per il nostro paese e per il mondo, a speculare sulla salute e la vita delle persone. Ognuno per la propria parte e secondo la propria responsabilità sta facendo il massimo sforzo e mettendo il massimo impegno per affrontare questa emergenza, perché solo insieme riusciremo ad uscirne. Ma evidentemente c’è chi questo senso di comunità e solidarietà non solo non lo conosce e non lo rispetta, ma lo disprezza. L’augurio è che operazioni come questa non debbano mai più rendersi necessarie; da parte nostra continueremo a fornire la massima collaborazione come abbiamo fatto sinora”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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