Lucia Azzolina non smette di farsi notare per le sue tesi, diciamo così, un poco bizzarre. Giovedì sera a La7 la ministra ha sottolineato l’opportunità di studiare incentivi per lasciare a casa i padri, e non le madri, a occuparsi dei figli in caso di quarantena forzata nella scuola: “È un’ottima occasione per modernizzare la società”, ha detto.
Ora, al netto di qualsiasi opinione circa le reciproche funzioni tra donna e uomo all’interno di una famiglia o di una coppia, le parole della ministra grillina denotano una distanza preoccupante riguardo gli enormi problemi derivanti dalla chiusura delle scuole.
Azzolina non sa cosa significhi per un genitore che lavora rinunciare a uscire di casa per occuparsi del figlio (o dei figli). Le famiglie italiane hanno dimostrato di sapersi organizzare nelle forme più creative possibili nella gestione dell’emergenza Covid. Ma l’emergenza non può cronicizzarsi, pena un prezzo sociale e umano inaccettabile e non affrontabile per famiglie già alle prese con crescenti difficoltà economiche.
Si rendono conto, Azzolina e governo tutto, di quante famiglie o singoli o coppie conviventi siano caduti in povertà in questi mesi terribili? No, non sanno cosa significhi perché sfugge loro una visione di insieme dettata dall’esperienza e dalla competenza.
Leggiamo ogni giorno i numeri del Covid in Italia. Comprensibilmente ci preoccupiamo per i nuovi contagi, ai quali per fortuna non corrispondono aumenti significativi nei ricoveri in terapia intensiva e nei decessi.
Non siamo invece consapevoli delle conseguenze economiche del Covid, oltre che dei suoi effetti devastanti sul morale e sulla psiche degli individui. Puoi essere contagiato, oggi, e confidare di non ammalarti. Ma se perdi il lavoro, o l’impresa, o non sei garantito dallo stato, sei in guai seri. E puoi rischiare di finire tra i reietti della società o perlomeno alla mensa della Caritas.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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