Mercoledì 9 giugno ha preso il via in commissione bilancio l’iter del rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio 2020. I relatori della legge saranno per la maggioranza Manuela Rontini (Partito Democratico) e per la minoranza Marco Mastacchi (Rete Civica). Il rendiconto approderà in aula entro la fine di luglio.
A illustrarlo in commissione è stato l’assessore regionale al bilancio Paolo Calvano, che ha spiegato che il rendiconto generale “ha lo scopo di sintetizzare i risultati della gestione del bilancio, non deve quindi essere considerato solo come una mera presa d’atto del saldo di entrate e uscite pregresse”.
La predisposizione del bilancio di previsione 2020, sul quale viene a insistere il rendiconto, è stata caratterizzata da un importante accordo tra Regioni e Stato che ha evitato tagli alle politiche sociali e al trasporto pubblico, prevedendo maggiori risorse per la sanità (due miliardi nel 2020 e 1,5 miliardi nel 2021), l’abolizione del superticket sanitario con risorse statali (dal primo settembre, mentre in precedenza l’esenzione è avvenuta grazie a risorse regionali), maggiori risorse per l’edilizia sanitaria (due miliardi nel 2020, che si aggiungono ai quattro miliardi in più del 2019), più flessibilità nell’utilizzo dell’avanzo vincolato (per l’Emilia-Romagna oltre 440 milioni immediatamente spendibili) e la conferma dell’impegno delle Regioni a realizzare maggiori investimenti nel quinquennio 2019 2023.
Di sicuro, ha ricordato l’assessore Calvano, “quello del 2020 è un bilancio in cui l’effetto Covid si fa sentire, e per questo sono state messe in campo manovre straordinarie” per 1,2 miliardi di euro. Nell’assestamento 2020 sono state allocate risorse (anche statali) per la ripresa, sono state previste assegnazioni aggiuntive in corso d’anno dallo Stato per politiche connesse all’emergenza sanitaria (per un totale di 417 milioni), è stata rimodulata la programmazione dei fondi europei a favore della sanità per prestazioni Covid (per un totale di 250 milioni) ed è stato applicato il decreto Ristori che ha destinato alle imprese interessate dalle chiusure un contributo statale – pari alle quote di capitale da restituire sui mutui – per un totale di 21,2 milioni.
Proprio per l’emergenza rappresentata dalla pandemia di nuovo coronavirus, “le politiche prioritarie realizzate nel 2020 sono state orientate principalmente alla tenuta del sistema sociale e sanitario in situazione di crisi pandemica, all’incentivazione delle attività economiche colpite dalle chiusure (in particolare credito alle imprese e ristori), all’incentivo all’intermodalità ferro+bus e gratuità del trasporto pubblico (per gli under 14), allo sviluppo dell’area montana e delle aree interne disagiate, agli investimenti per superare il digital divide e implementare lo smart working nella pubblica amministrazione”.
La Regione nel 2020 ha registrato minori entrate proprie rispetto al 2019 pari a 156,9 milioni. La riduzione di gettito è arrivata per 60,9 milioni dall’attività ordinaria e per 95,9 milioni dal mancato recupero di accertamenti e controlli causato dal blocco dell’attività dell’Agenzia delle Entrate.
Minori entrate, tuttavia, quasi interamente compensate dal contributo statale di 144,6 milioni appositamente disposto dal governo. La differenza tra le minori entrate e la compensazione statale, pari a 11,8 milioni, è stata coperta con economie di bilancio registrate nell’anno di esercizio.
L’intervento statale, dunque, ha consentito alla Regione Emilia-Romagna di poter utilizzare tutte le risorse previste nel bilancio 2020 pre-Covid. Dal risultato di amministrazione, ha sottolineato l’assessore Calvano, è emerso come siano stati rispettati gli equilibri di bilancio, con un avanzo di 511,9 milioni, tutti vincolati. Il disavanzo da debito autorizzato e non contratto si è invece ridotto di quasi 83 milioni. A fine esercizio il fondo cassa ha superato i 1.424 milioni, con un incremento di oltre 400 milioni rispetto all’inizio dell’anno.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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