Sabato 8 ottobre al Festival Aperto di Reggio arriva – alle 20.30 al teatro municipale Valli – “Windward Passages”, ambiziosa opera-jazz in tre atti per orchestra, danzatori e coro (che descrive la vita di una giovane famiglia nera) composta nel 1978 da Dave Burrell con la poetessa svedese Monika Larsson.
Burrell è un musicista, affermatosi all’epoca del free jazz, che tiene sulla punta delle dita un secolo di tradizione di blues e di musica afro-americana, con una ricerca costante verso nuove sonorità, mentre la Windward Passages Orchestra ha riunito per questa nuova produzione alcuni tra i giovani musicisti e musiciste più interessanti del nord Italia.
La compiuta messinscena teatrale di questa opera non ha mai avuto modo di realizzarsi, ma in oltre quattro decenni il progetto ha conosciuto numerose tappe di sviluppo, affinamento di nuove idee e filiazioni in progetti ramificati. Tappe che hanno coinvolto cantanti della Metropolitan Opera a New York, Sam Woodyard – batterista di Duke Ellington – a Parigi, nel 1978, e la registrazione a Basilea della versione per piano solo live (HatHut, 1980). Ulteriori fasi di sviluppo si sono avute negli anni successivi con la Black Actors Guild di Oakland e cantanti della San Francisco Opera, oltre a concerti per diversi organici (il Dave Burrell Sextet a Detroit e a Roma, l’orchestra dell’Università di Göteborg, i Clayton White Singers di Philadelphia, la Filarmonica Laudamo Creative Orchestra); diverse band di Burrell e di David Murray, inoltre, hanno registrato diversi estratti lungo i decenni.
Il processo creativo che ha portato alla forma attuale dell’opera è stato prima di tutto un processo di selezione: dall’intero corpo dell’originale “Windward Passages”, molto voluminoso, sono stati estratti 12 brani. La scelta è stata quella di mantenere una forma di suite per ogni atto, dividendo il materiale in tre “blocchi” corrispondenti, in effetti, agli atti dell’opera. Per mettere in luce la natura virtuosa dei musicisti dell’orchestra sono state inserite ampie sezioni dedicate all’improvvisazione che potessero fare da collante tra gli episodi, guidando l’ascoltatore attraverso un percorso variegato: inserti contemporanei ed estemporanei, ora più melodici, ora più astratti, insieme a nuovi elementi di arrangiamento (scritti da Tobia Bondesan), rendono questa versione di “Windward Passages” un’opera corale e in continua evoluzione.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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