Lunedì 27 luglio a Bologna è stato presentato in diretta streaming il Rapporto 2019 sul sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna, frutto della collaborazione tra la Regione e Unioncamere Emilia-Romagna: lo studio, giunto all’edizione numero 27, rappresenta la più completa e aggiornata fotografia del settore e ha evidenziato una crescita dell’export delle eccellenze enogastronomiche regionali e un consolidamento dei dati sull’occupazione; di contro, invece, le difficoltà nella formazione del valore della produzione agricola, dovute principalmente alle criticità climatiche, fitosanitarie e di mercato.
Nel 2019 l’export dell’agroalimentare emiliano-romagnolo è cresciuto del 4,7% (contro il +3,7% a livello nazionale) e ha raggiunto il valore di 6,8 miliardi di euro, portando per la prima volta a un saldo positivo di oltre 200 milioni della bilancia commerciale regionale. È un valore che rappresenta oltre il 10% dell’export complessivo dell’Emilia-Romagna ed è pari al 16% dell’intero export agro-alimentare italiano, confermando così il ruolo di traino del sistema regionale per l’intero sistema nazionale.
I settori che hanno maggiormente contribuito a questo risultato sono stati il lattiero-caseario (+9,5%), i derivati dei cereali (+17,9%) e l’ortofrutta (+12%), mentre il settore delle carni e dei salumi ha registrato una leggera contrazione (-0,6%).
La Germania si è confermata come il principale mercato di esportazione per le eccellenze agroalimentari regionali, con una quota del 17,37%, seguita da Francia (14,11%), Stati Uniti (8,04%) e Regno Unito (7,38%). Nel loro insieme i 28 paesi aderenti all’Unione europea hanno assorbito nel 2019 circa l’80% dell’export emiliano-romagnolo.
La provincia che è svettata su tutte le altre per vocazione all’export è sempre quella di Parma, per un controvalore di 1,79 miliardi di euro, seguita da quelle di Modena (1,33 miliardi), Ravenna (783 milioni), Reggio (637 milioni), Bologna (circa 628 milioni), Forlì-Cesena (592 milioni), Piacenza (437 milioni), Ferrara (398 milioni) e Rimini (236 milioni).
Segnali di crescita anche per l’occupazione, con 72mila nuove unità (+3% rispetto al 2018). Sale inoltre l’occupazione femminile, che rappresenta ora il 30% della forza lavoro in regione, un dato in controtendenza rispetto a quello nazionale.
Dopo quattro anni di progressiva crescita, invece, il valore della produzione agricola si è ridotto a 4,2 miliardi: ad incidere sul dato sono state le condizioni climatiche anomale e avverse, che hanno caratterizzato il periodo maggio-giugno, le rilevanti problematiche fitosanitarie e di mercato, che hanno interessato le principali produzioni frutticole, e i cali di prezzo del latte conseguenti agli andamenti delle quotazioni del Parmigiano-Reggiano.
Il sostegno ai redditi degli agricoltori ha confermato l’importanza delle politiche dell’Unione europea. Il Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 si avvia verso la conclusione e alla fine del 2019 le risorse messe a bando hanno superato il miliardo e 120 milioni, pari al 93% delle risorse disponibili per l’intero Psr, con la pubblicazione di 417 bandi che hanno interessato oltre 23mila beneficiari, 2.700 giovani e quasi 4.500 donne. I contributi concessi hanno superato il miliardo di euro, quasi l’85% delle risorse disponibili, con circa 420 milioni per la competitività, 474 milioni per ambiente e clima e 97 milioni per lo sviluppo del territorio.
I contributi erogati da Agrea nel 2019 hanno superato i 687 milioni, con oltre 43mila beneficiari. La parte prevalente dei contributi come al solito è stata rappresentata dagli oltre 366 milioni della Domanda unica del primo pilastro della Politica agricola comunitaria (Pac), a cui si sono aggiunti gli interventi di mercato per quasi 105 milioni. I contributi erogati per le numerose misure del Psr hanno superato complessivamente i 215 milioni, la maggior parte dei quali destinati a interventi su competitività, ambiente e clima.
Nel 2020 il governo ha messo in campo oltre un miliardo – attraverso i decreti Cura Italia e Rilancio – per interventi di sostegno per la liquidità delle imprese e dei settori agricoli maggiormente colpiti dall’emergenza Covid-19.
Come Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato l’assessore regionale Alessio Mammi, “oltre ad aver contribuito alla costruzione e alla definizione delle misure di intervento del governo e ad aver adottato misure di semplificazione e di flessibilità su adempimenti amministrativi e scadenze, abbiamo cercato di mobilitare tutte le risorse ancora disponibili su Psr, Ocm e con il bilancio regionale siamo intervenuti per l’abbattimento dei tassi di interesse sui prestiti di conduzione (3,4 milioni). Inoltre, con l’assestamento di bilancio che andrà in votazione in questi giorni, ho proposto lo stanziamento di ulteriori risorse per interventi che riguardano aiuti forfettari ai 1.200 agriturismi della Regione (3 milioni), aiuti per il settore della barbabietola (1,5 milioni) e scorrimento del bando per investimenti della filiera zootecnica del latte (17 milioni).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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