Agricoltura, Emilia sottoscrive manifesto per la sostenibilità

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No al taglio del budget Ue e a qualsiasi ipotesi di un ritorno alle singole politiche agricole nazionali, cioè una sorta di rinazionalizzazione della Pac (Politica agricola comune), sì alla difesa e al rafforzamento dell’autonomia delle Regioni nella definizione e attuazione degli interventi a favore delle imprese “verdi”, in particolare per quanto riguarda la gestione dei fondi per lo sviluppo rurale.

Con alcuni obiettivi prioritari: valorizzare la specificità dei diversi sistemi produttivi, che rappresentano la ricchezza stessa dell’agricoltura europea; promuovere la qualità delle produzioni e la sostenibilità ambientale, sostenere la ricerca e l’innovazione; semplificare e velocizzare le procedure burocratiche.

Tutto ciò per dare risposte più mirate e puntuali alle esigenze dei territori e tutelare in maniera più efficace il reddito delle aziende agricole, difendendo la possibilità di decidere a livello periferico come spendere al meglio le risorse avute in assegnazione da Bruxelles.

Sono i capisaldi del “Manifesto per una Politica agricola comune più giusta e sostenibile”, sottoscritto a Rennes, in Bretagna, dai rappresentanti di Agriregions, la coalizione che le riunisce 14 tra le più importanti regioni agricole europee, tra cui l’Emilia-Romagna, a chiusura di una conferenza internazionale organizzata nell’ambito di Space 2019, la più grande fiera europea dell’allevamento.

L’incontro di Rennes cade a ridosso della nomina della nuova Commissione europea guidata dalla tedesca Ursula Von Der Leyen, che ha affidato la delega all’Agricoltura al polacco Janusz Wojciechowski, e alla vigilia della ripresa del confronto tra le rinnovate istituzioni Ue sul progetto di riforma della Pac 2021-2027 presentato a fine 2018 dal Commissario Ue uscente, l’irlandese Phil Hogan, ora al Commercio.

Un documento, quello sul tavolo di discussione, che spiana la strada ad un accentramento delle decisioni nelle mani dei Governi nazionali, in contrasto con le richieste di un maggiore autonomia che vengono dal livello locale. Di qui la firma del Manifesto di Rennes, attraverso il quale Agriregions prosegue la mobilitazione per chiedere una Pac più forte, più ambiziosa, più semplice e che tenga conto delle specificità dei diversi sistemi agricoli regionali. Una partita che, nel caso dell’Emilia-Romagna, vale qualcosa come 1,2 milioni di euro, ossia l’intera dotazione finanziaria avuta in assegnazione da Bruxelles per l’attuale programmazione 2014-2020 per lo sviluppo rurale, il secondo pilastro della Pac.

La composizione dell’alleanza transnazionale. Oltre alla Wielopolska e all’Emilia-Romagna, fanno parte dell’alleanza transnazionale che si batte per una Pac più vicina alle esigenze dei territori e più semplice altre 12 regioni europee, che nel complesso rappresentano il 13% della popolazione europea e il 18% della superficie coltivata. Gli altri membri sono Toscana e Provincia autonoma di Bolzano per l’Italia; Nuova Aquitania, Bretagna, Paesi della Loira, Auvergne-Rodano-Alpi per la Francia; Baviera e Baden-Wurttemberg per la Germania; Andalusia, Estremadura e Castiglia e Leon per la Spagna; Azzorre per il Portogallo.

Il Manifesto lanciato a Rennes sarà inviato al nuovo Commissario Ue, Wojciechowski, e ai membri della commissione Politiche agricole del rinnovato Parlamento europeo. Per dare ancora più forza alle proprie rivendicazioni nel dibattito sulla futura Pac, Agriregions sta inoltreorganizzando una convention che sarà ospitata il 17 ottobre prossimo a Bruxelles, presso la sede della delegazione della Regione Emilia-Romagna. Un’iniziativa in tandem con Areflh, la rete europea delle regioni e dei produttori di ortofrutta di cui l’assessore Caselli è presidente, e con Arepo, l’associazione delle regioni per i prodotti a denominazione di origine. All’evento sono stati invitati il neopresidente del Parlamento europeo, David Sassoli, il presidente (Norbert Lins) e i coordinatori dei gruppi politici della Comagri del Parlamento Ue.