Caso affidi. Dem di Bibbiano: gioia per Carletti, fa male il silenzio del Pd

Andrea_carletti

Dopo 5 anni  (e dopo una lunga, a tratti violentissima, campagna politica e mediatica) l’ex sindaco del Pd di Bibbiano Andrea Carletti nei giorni scorsi è uscito immacolato dal processo sugli affidi di minori in val d’Enza, la clamorosa inchiesta definita da carabinieri e inquirenti “Angeli e demoni”. Tra i capi di imputazione che venivano contestati a Carletti – che addirittura finì agli arresti domiciliari e dovette sospendersi dalla carica – era infatti rimasto solo quello relativo al reato di abuso d’ufficio, abrogato come lo scorso agosto.

Il Partito democratico di Bibbiano ha scritto una lunga nota per ringraziare ed esprimere gioia e vicinanza all’ex primo cittadino del comune della Val d’Enza: “Abbiamo atteso qualche giorno perché, come nel nostro stile, non ci piace essere impulsivi né nei momenti di sofferenza né nei momenti di gioia.
Finalmente, dopo lunghi e dolorosi anni, venerdì 11 ottobre è giunta una notizia da noi tanto attesa ossia quella relativa all’assoluzione definitiva del nostro ex sindaco Andrea Carletti dal residuo capo di imputazione per il reato di abuso d’ufficio.

Abbiamo ben presente che il processo proseguirà per quanto riguarda gli altri imputati e che pertanto è necessario mantenere sulle vicende processuali il doveroso silenzio non solo per il rispetto dovuto al lavoro del Tribunale ma anche vista la delicatezza della materia, che peraltro sta a cuore a tutti noi. Ci sia però consentito di esprimere una gioia liberatoria!

Andrea ha donato alla nostra Comunità quasi vent’anni della sua vita con un’abnegazione, una competenza, una rettitudine e una passione che diviene davvero difficile descrivere a parole.

E lo ha fatto, soprattutto e a maggior ragione in questi ultimi cinque anni, dimostrando il suo fortissimo legame con la nostra Comunità bibbianese.
Nell’improvvisa e inaspettata situazione che si è trovato ad affrontare con la privazione della sua libertà, ha reagito con la consueta determinazione, con una enorme dignità ma soprattutto confermando il suo grande senso delle Istituzioni.

Per tutta la sua vita “bibbianese”, il suo motto è stato “a schiena dritta e a testa alta” e mai come in queste vicissitudini ha mostrato coerenza con ciò che ha sempre cercato di insegnare a tutti noi.

La scelta più semplice in quei difficili frangenti sarebbe stata mollare tutto ed essere più libero di difendersi in giudizio. Il suo “non aver mollato” ha rappresentato per noi un enorme sprone a rimanere uniti e a sostenerlo senza esitazioni e con grande determinazione.

Questa sua “tenuta”, insieme con il grande sostegno della Comunità bibbianese, ci ha consentito di rimanere saldi e di navigare in quell’immenso mare di fango che ha travolto lui, la sua famiglia, la nostra comunità politica e la nostra intera comunità bibbianese.
Riesce molto difficile, infatti, dimenticare il clima che, ad arte, diversi soggetti (soprattutto politici) hanno voluto creare diffondendo false notizie che hanno a tutti gli effetti disorientato l’opinione pubblica.

Sarebbe facile oggi chiedere dove siano finite tutte le personalità politiche che hanno fatto passerelle per speculare sulla questione (in particolare, l’attuale presidente del Consiglio Meloni e l’attuale Ministro Salvini) o campagne mediatiche di una violenza inaudita (come, ad esempio, l’allora ministro Luigi Di Maio) tali da rendere l’aria irrespirabile.

Il nome di Bibbiano era divenuto (e forse lo è ancora) oggetto di scherno e indicativo di qualcosa di negativo e impronunciabile.

Pur con grande difficoltà, noi non abbiamo mai inteso alimentare questo clima con interventi e prese di posizione e non lo abbiamo fatto perché abbiamo grande rispetto per la giustizia e per coloro che stanno svolgendo un lavoro molto delicato all’interno del Tribunale. La pressione mediatica che si era creata nei loro confronti era già oltre ogni più ragionevole misura.

Non sempre siamo stati capiti. A volte siamo stati interpretati come troppo remissivi, ma il nostro senso di responsabilità ci imponeva questo atteggiamento. Dobbiamo anche darci atto che tutta questa difficile e gravosa situazione l’abbiamo affrontata in una grande e assordante solitudine; pochissime personalità ci sono state vicine, molto spesso in un riserbo voluto proprio per la delicatezza della situazione stessa.

Rimangono sul tavolo, molto spesso dimenticate, le questioni politiche relative a quanto successo:

– In primo luogo, la demolizione voluta e cercata da certa politica dei Servizi sociali – ed in particolare dell’ambito che riguarda i minori – che nei decenni e non senza fatica erano stati costruiti e che oggi hanno purtroppo enormemente perso di credibilità con conseguenze nefaste per le nostre Comunità ma soprattutto per la tutela dei minori stessi;

– In secondo luogo, le conseguenze che questo clima ha generato sul concreto aiuto alle bambine, ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi – vero centro della questione – con la smobilitazione di quella che è ancora oggi considerata la strada più utile e rispettosa per sostenerli – quella degli affidi in famiglia – oltre che maggiormente economica per gli Enti locali che sono ora costretti a ricorrere alle Comunità con costi molto maggiori e risultati sicuramente non equivalenti;

– Lo scivolamento della politica verso una deriva che è disposta a tutto pur di veder prevalere le proprie ragioni di parte, alimentando peraltro un clima di generale disaffezione nel Paese  proprio nei confronti dei Partiti.

Questioni molto preoccupanti sulle quali occorrerà quanto prima aprire tutti insieme una seria riflessione.
Ci sia consentito fare qualche ringraziamento in occasione di questo evento per noi così prezioso e fondamentale.
Il primo ringraziamento lo dobbiamo al nostro Andrea: la sua tenuta e il suo stile non solo non erano scontati ma hanno rappresentato l’ennesimo insegnamento per tutti noi.

Il secondo lo riserviamo ai suoi famigliari senza il cui supporto sarebbe stato impossibile per Andrea reggere una tale ondata.
Il terzo lo mandiamo agli amministratori e alla struttura tecnica del Comune di Bibbiano che in quei difficili anni hanno retto un peso e un clima indescrivibili, salvando il nostro Comune da un possibile commissariamento.

Il quarto lo riserviamo a tutti gli operatori dei Servizi Sociali che, nonostante tutto, sono ancora lì al loro posto dimostrando grande abnegazione e amore per il proprio lavoro.

Il quinto lo mandiamo al team dei legali di Andrea, Vittorio Manes, Giovanni Tarquini e Giorgio Pagliari, che in questi anni lo hanno sostenuto con grande professionalità e umanità.

Il sesto a tutti coloro che, in questi giorni, mediante prese di posizione pubbliche, hanno avuto il coraggio di rappresentare la loro vicinanza ad Andrea e alla nostra Comunità anche all’interno delle Istituzioni, non ultimi i nostri rappresentanti eletti a vario livello. Duole dover prendere atto dell’ennesimo silenzio del Partito democratico nazionale, fatta eccezione per il presidente Bonaccini.

L’ultimo, ma non certo per importanza, a tutta la nostra Comunità per non essersi fatta intimorire, per avere reagito con dignità e compostezza e per avere sostenuto Andrea e tutti coloro che in prima persona si sono spesi per “reggere” questa difficilissima prova.

Speriamo che finalmente il nostro Andrea possa riprendere pienamente la sua vita e gli auguriamo che possa raggiungere quanto prima i suoi meritati obiettivi, in primis la sua ritrovata serenità”.



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