Reggio, Cgil e Uil: il 17 sciopero generale

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Sciopero generale a Reggio Emilia il prossimo venerdì 17 novembre. Oltre 250mila lavoratori e lavoratrici di tutti i settori produttivi della provincia sono chiamati alla mobilitazione messa in campo da Cgil e Uil (ma non dalla Cisl) a livello nazionale contro “una Legge di bilancio che non va nell’interesse del Paese”.

E’ a partire da questo giudizio che le due sigle sindacali hanno proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata nelle date del 17 (Centro Italia) e 24 (Nord Italia) Novembre e 1° dicembre (Sud Italia).

L’articolazione della protesta si muove lungo la Penisola attraverso presidi, cortei e manifestazioni e vedrà la nostra città coinvolta il 17 novembre (per evitare la sovrapposizione con la festività del Patrono il 24 Novembre) con un corteo provinciale che si muoverà a partire dalle ore 9.30 dalla via Emilia angolo con viale Montegrappa per dirigersi in viale Ramazzini, area ex- Reggiane, dove si terrà il comizio conclusivo.

Sul palco saliranno, per gli interventi finali, delegate e delegati di Cgil e Uil e il segretario generale della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, Cristian Sesena. Le conclusioni della manifestazione sono invece affidate a Rocco Palombella, segretario generale Uilm Nazionale.

I temi al centro della protesta sono tanti: dal lavoro ai salari che non aumentano, dal fisco alla previdenza su cui in Legge di bilancio non si intravedono provvedimenti positivi.

Il sindacato ha più volte espresso la propria contrarietà alla legge delega sul fisco, che non interviene sui 110 miliardi di evasione fiscale e su un sistema in cui l’Irpef è pagata da lavoratori e pensionati, mentre chi ha gli stessi redditi paga tasse diverse a seconda che questi provengano da lavoro e pensioni o da rendite e finanza.
La Finanziaria incide negativamente sulla precarietà che aumenta colpendo in particolare giovani e donne attraverso la reintroduzione dei voucher e liberalizzando i contratti a termine. Si investe poco sull’innovazione e sulla ricerca.
Peggiorano anche le condizioni di chi dovrà andare in pensione e di chi in pensione c’è già: Ape sociale è stata fortemente peggiorata, così come Opzione donna, per cui sarà sempre più difficile per le donne lasciare il lavoro, mentre con le nuove regole i giovani andranno in pensione sempre più tardi.
Ma la mobilitazione non ha solo l’obiettivo di cambiare la manovra: si sciopera anche per una nuova idea di sviluppo, per un Paese che metta al centro il lavoro di qualità e il suo futuro mentre le scelte del Governo vanno in direzione opposta.

Su tutti questi temi il sindacato ha fatto proposte alternative sui tavoli istituzionali portando avanti le istanze di lavoratrici e lavoratori senza ottenere ascolto e risposte.

“La finanziaria inciderà sul Pil del paese uno 0.2% in termini di investimenti e crescita: praticamente di un nulla! Nel contempo però si saccheggiano le pensioni riuscendo nel “capolavoro” di peggiorare la medesima legge Fornero che in campagna elettorale la destra aveva dichiarato di voler abolire. Non c’è nulla sul fronte dell’occupazione e per i giovani. Il nostro sciopero è la sola risposta adeguata per dire “adesso basta” con politiche economiche regressive inique e senza prospettiva”, dichiara Cristian Sesena, segretario generale Cgil di Reggio Emilia.
“La manovra non coglie le tante emergenze del Paese e non contrasta adeguatamente le vecchie e nuove diseguaglianze! La riduzione dell’Irpef non è stanziale ed è insufficiente a recuperare il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni diminuito di circa il 20%. La lotta all’evasione fiscale resta un tabù così come non ci sono stanziamenti per puntare ad azzerare le morti sul lavoro. Il paese reale è in sofferenza ma il overno gira la faccia dall’altra parte” dichiara Roberto Rinaldi, coordinatore generale della Uil di Reggio Emilia.
Venerdì 17 novembre Cgil e Uil saranno in sciopero e porteranno la voce di chi lavora, ma più in generale di chi si riconosce in un diverso modello di società che abbia al centro giustizia sociale ed esercizio dei diritti, in piazza, attraversando la città, per rendere plastiche le istanze di chi crede in un futuro migliore del presente.