Da soluzione di emergenza per prevenire i contagi durante la pandemia di nuovo coronavirus a buona pratica educativa: così è cambiato, nel giro di un anno, il progetto di “scuola diffusa” che anche quest’anno viene riproposto a Reggio per ampliare i luoghi e le opportunità di apprendimento di bambini e ragazzi e per rispondere alle esigenze scolastiche di distanziamento.
Dopo la sperimentazione avviata lo scorso anno, in questo 2021 il progetto che prevede l’insediamento di aule scolastiche in luoghi non convenzionali (come musei, agriturismi, biblioteche e sedi istituzionali) si consolida e si rinnova per diventare un’esperienza pilota a cui si guarda anche in ambito nazionale.
Il modello di “scuola diffusa”, per la sua capacità di proporre un modo diverso di fare scuola e di integrare saperi e modalità diverse di stare insieme, ha riscosso l’interesse del mondo della formazione e dello stesso Ministero dell’istruzione, tanto da essere al centro di una due giorni di studi – in programma il 10 e l’11 settembre – che vedrà la partecipazione del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, che sarà a Reggio per conoscere da vicino l’esperienza emiliana e confrontarsi con tutti i soggetti (docenti, educatori, pedagogisti e atelieristi) che durante lo scorso anno scolastico hanno dato vita a una scuola che si è aperta a nuovi spazi – nella convinzione che, come sosteneva il pedagogista Loris Malaguzzi, lo spazio fisico sia talmente importante nel processo di apprendimento da poterlo considerare come terzo insegnante (dopo l’adulto docente e il gruppo dei pari).
A conferma del forte interesse per questo nuovo modo di fare scuola, il ministero ha deciso di finanziare il Comune di Reggio con 321mila euro per sostenere gli affitti delle sedi extrascolastiche.
“Abbiamo fatto uno sforzo enorme per gestire le scuole durante l’epoca del Covid”, ha spiegato il sindaco Luca Vecchi, “e ne è scaturita, nei mesi difficili che abbiamo alle spalle, una straordinaria collaborazione tra amministrazione, ufficio scolastico provinciale, dirigenti e corpo insegnante che ha sempre cercato le migliori soluzioni per i nostri ragazzi e le loro famiglie.
Il progetto della “scuola diffusa”, ha sottolineato il sindaco, “è una straordinaria opportunità di innovazione della didattica, del curriculum, del rapporto tra studenti, insegnanti e città. È la scuola che si fa città. È una straordinaria operazione di rigenerazione di significati in tanti luoghi della città, dal museo agli agriturismi, dai chiostri al centro internazionale. Lo spazio pubblico ripensato in chiave educativa. La presenza del ministro Bianchi a Reggio insieme ai maggiori esperti italiani in campo educativo, assieme all’imminente sottoscrizione di un protocollo di collaborazione che metterà in relazione il ministero e le competenze della città per esportare la scuola diffusa in tutta Italia, sono la concreta dimostrazione della portata del progetto e dell’innovazione. Dopo aver storicamente affermato l’eccellenza del modello 0-6 anni, ora Reggio ottiene il riconoscimento quale avanguardia dell’innovazione didattica nella fascia 6-14 anni”.
“Siamo alla vigilia di una nuova e importante partenza di un anno scolastico che sappiamo sarà per alcuni versi ancora incerto, ma che conferma la nostra volontà di continuare a investire sulle scuole”, ha aggiunto l’assessora comunale all’educazione Raffaella Curioni: “Il Comune di Reggio ha ritenuto infatti, considerate le rilevanti evidenze documentate nei primi mesi di questa esperienza della scuola diffusa, di prevedere una seconda annualità del progetto, continuando ad accompagnare i percorsi in atto attraverso un impianto di ricerca che evidenzi i fattori di qualità e innovazione nel panorama delle didattiche per la scuola primaria e secondaria di primo grado. Sarà importante diffondere valori, contenuti e caratteristiche di scuola diffusa, anche a beneficio di altre realtà locali e nazionali, per riprogettare contesti educativi e di apprendimento, promuovere forme e modalità di dialogo con i territori intesi come contesti formativi strategici oltre l’emergenza contingente, nella costruzione di saperi condivisi”.
Il confronto su “Scuola diffusa, la città che si fa scuola” si aprirà venerdì 10 settembre alle 8.30 al teatro Ariosto di Reggio. Tra i vari interventi sono previsti quelli del ministro Bianchi, del sindaco Vecchi, dell’assessora Curioni, del direttore del dipartimento di educazione scienze umane dell’Università di Modena e Reggio Alberto Melloni, del prorettore dell’Università Bicocca di Milano (e componente del Consiglio superiore della pubblica istruzione) Maria Grazia Riva, dell’assessora alla scuola della Regione Emilia-Romagna Paola Salomoni e di Marco Rossi-Doria, presidente dell’impresa sociale Con i Bambini.
Nel pomeriggio il confronto proseguirà con riflessioni sul ruolo del digitale, della scuola a distanza e della filosofia con interventi, tra gli altri, della filosofa e fondatrice del progetto Tlon Maura Gancitano e di Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di didattica e tecnologie dell’istruzione all’Università Cattolica di Milano.
Nella giornata di sabato 10 settembre, invece, sette spazi della città si apriranno per ospitare dialoghi attorno ad altrettanti temi legati alla scuola diffusa: nuovi ambienti di apprendimento (spazio 6-11 anni della scuola Marco Polo), natura maestra di vita (agriturismo Casa del gufo), il museo che si fa scuola (Musei civici), la metafora nei processi di relazione e conoscenza (spazio culturale Orologio), i linguaggi espressivi performativi (Fonderia), ascolto, reciprocità e partecipazione per generare nuovi saperi (Spazio 6-11 Mendes), la ricerca in contesti digitali (Spazio 11 della scuola King).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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