Una danza per raccontare la diversità fisica, sessuale e culturale: è il cuore del progetto di Richard Siegal, coreografo americano tra i più innovativi della scena attuale, fondatore nel 2016 a Monaco del Ballet of Difference, che martedì primo marzo alle 20.30 arriva al teatro Ariosto di Reggio con una serata in tre parti dal titolo “Triple”, disegnando una linea di connessione tra le sue coreografie di maggior successo internazionale degli ultimi anni e un recente lavoro proprio con il Ballet of Difference.
“All for one”, la sequenza di apertura di 20 minuti di “Two for the show”, danzato sulle punte, è stata presentata la prima volta lo scorso aprile: appoggiandosi a una radiante e opulenta scenografia, che Siegal ha sviluppato assieme al light designer Matthias Singer, e con i costumi futuristici di Flora Miranda, il coreografo rivela la sua fede incessante nel potere dell’arte.
“Metric Dozen”, originariamente creato per il Ballet National de Marseille, è invece forse la coreografia più veloce di Siegal: senza fiato, con tempi quasi disumani, i danzatori girano attraverso l’oscurità del palcoscenico e aprono la vista sul futuro della danza.
Con “My Generation”, che il coreografo statunitense ha messo in scena per la compagnia Cedar Lake di New York nel 2015, il finale si trasforma in una festa disordinata con i costumi sgargianti del fashion designer Bernhard Willhelm. Musicalmente inquadrato come una critica ironica all’industria del pop, la coreografia si carica di una sorta di “elettricità lampeggiante”.
Siegal, scelto anche dal Tanztheater Wuppertal, ha all’attivo collaborazioni con William Forsythe a Francoforte, residenze in luoghi di culto come il Baryshnikov Arts Center di New York e il Bennington College e coreografie per compagnie internazionali, oltre a riconoscimenti prestigiosi come il New York Dance and Performance Bessie Award.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]