A metà luglio il consiglio regionale di Confcooperative Habitat Emilia-Romagna, la federazione delle cooperative di abitazione che di recente ha accolto al suo interno anche le imprese comunitarie, ha eletto Alessandro Cardinali come coordinatore regionale del settore delle cooperative di comunità, nonché come vicepresidente della federazione stessa: un nuovo passo nell’ottica di una rappresentanza sempre più strutturata ed efficace per le cooperative di comunità, imprese attive in diversi settori che nascono dalla volontà – da parte di gruppi di cittadini – di salvaguardare sviluppo e occupazione in piccoli borghi, paesi di montagna e quartieri periferici delle città.
Cinquantasette anni, parmense di Tarsogno di Tornolo, già amministratore pubblico, Cardinali è da tempo impegnato come socio fondatore nella cooperativa di comunità Granducato che opera a Tornolo, nell’alta valle del Taro, sull’Appennino parmense, dove svolge servizi turistici (come la gestione di un centro con noleggio di e-bike e tende sospese) e di manutenzione delle aree boschive.
Ad oggi sono 26 le cooperative di comunità aderenti a Confcooperative Emilia-Romagna e distribuite in tutto il territorio regionale: un numero destinato a crescere, dato il fermento che si registra in diversi territori, dall’Appennino fino alla pianura, e visti i numerosi progetti in corso che coinvolgono enti pubblici e altre organizzazioni.
Cardinali ha espresso apprezzamento per la recente approvazione in commissione regionale politiche economiche del progetto di legge dedicato al riconoscimento e al sostegno delle cooperative di comunità. “Auspichiamo che l’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna possa arrivare in tempi brevi all’approvazione di questa legge con ulteriori miglioramenti al testo, in attesa di beneficiare al più presto di bandi regionali che incentiveranno la nascita di nuove cooperative di comunità”.
“In una fase storica di grande difficoltà e di aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali – ha sottolineato Cardinali – il modello di impresa delle cooperative di comunità può rappresentare un formidabile strumento di sviluppo locale e innovazione economica e sociale a sostegno delle aree interne, montane e urbane che manifestano fenomeni di impoverimento sociale e demografico. La legge regionale in corso di approvazione va proprio in questa direzione, riconosce il ruolo di questa forma “speciale” di cooperazione e ne promuove la diffusione”.
Le cooperative di comunità, ha aggiunto il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna Francesco Milza, “aiutano a contrastare l’abbandono e lo spopolamento dei territori più isolati o in difficoltà, fornendo prospettive di sviluppo laddove le istituzioni da sole non riescono a garantire risposte adeguate, mentre le imprese profit non sono interessate a investire perché non ravvisano adeguati guadagni. È proprio in situazioni come queste che la cooperazione si contraddistingue come modello di impresa etica e differente, che mette al centro le persone e le comunità”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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