Mercoledì 20 luglio la Commissione europea ha proposto di avviare nei prossimi mesi un percorso di diminuzione volontaria del consumo di gas del 15%, per anticipare la possibile interruzione delle forniture da parte della Russia, che potrebbe adottare lo stop al gas verso l’Europa come gesto di ritorsione contro l’invio di armi all’Ucraina e contro le sanzioni che l’hanno colpita dopo l’invasione che ha dato il via alla guerra. Il testo normativo, che prenderebbe la forma di un regolamento del Consiglio europeo, dovrà ora essere valutato e approvato dalla maggioranza qualificata dei ventisette paesi membri dell’Unione.
La riduzione, stando al piano ipotizzato dalla Commissione europea, prenderebbe il via a partire dal prossimo mese di agosto e proseguirebbe fino alla fine di marzo del 2023: in un primo momento su base volontaria, ma la proposta di regolamento contempla anche l’ipotesi di imporre riduzioni vincolanti a tutti gli Stati membri qualora dovesse verificarsi uno scenario di divario eccessivo tra domanda e offerta.
Bruxelles ha anche stilato una lista di criteri per aiutare i paesi membri a individuare i settori da salvaguardare e quelli potenzialmente “sacrificabili”: tra le priorità figurano in primis l’approvvigionamento di energia alle famiglie e alle utenze di servizi essenziali, come ad esempio gli ospedali, ma sarebbero salvaguardate anche le industrie ritenute fondamentali “per la fornitura di prodotti e servizi essenziali per l’economia e la competitività dell’Unione europea”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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