E’ fuori da meno di una settimana ed è spassosissimo: si chiama “CONTRABBANDO”, il nuovo brano di Tropico, con Cesare Cremonini e Fabri Fibra.
Nata in un lampo, questa canzone apparentemente molto estiva – con una sonorità esplosiva e un testo tagliente – vuole far riflettere, come racconta il cantautore, sul fatto che le buone idee di questi tempi siano di contrabbando:
<<C’è un ingorgo ovunque, troppe informazioni tutte insieme, troppe opinioni, troppa musica tutta insieme; tutti vogliono tutto, tutti sanno tutto. Se qualcuno dovesse mai avere una buona idea in questo periodo, credo che non verrebbe capita; si perderebbe. Meglio allora farla passare sottobanco, in un primo momento, trovare una strada alternativa>>, perché, continua <<è dal basso che partono sempre le cose migliori».
Un’idea, la sua, già molto buona però e, di fatto, nemmeno mai partita così dal basso.
A firmare “Contrabbando”, infatti, sono proprio Davide Petrella (in arte Tropico), Cesare Cremonini e Fabrizio Tarducci (in arte Fabri Fibra) e ad averla prodotta, lo stesso Petrella, insieme a Starchild, D-Ross e Startuffo.
Mettere insieme i pezzetti del puzzle, quindi, non è stato poi così complicato: dopo il successo del suo ultimo album “Non esiste amore a Napoli” – che conteneva, tra gli altri, featuting con Elisa, Coez, Calcutta e Franco 126 – e dopo aver registrato sold out in tutte le principali città italiane con l’ultimo tour, per il suo ritorno ha voluto al proprio fianco due pezzi grossi della musica italiana, ma anche due amici, parliamoci chiaro (e non c’è proprio niente di male): << Per me collaborare con Cesare e Fabri su questo pezzo è stata una roba incredibile. E’ successo tutto in maniera molto naturale e nel giro di una decina di giorni avevamo già il provino definitivo>>.
C’è da considerare che Petrella è uno tra gli autori più richiesti in Italia, collabora da tempo con Cesare Cremonini, e ha firmato alcune delle hit di maggiore successo degli ultimi anni.
Tra le sue collaborazioni, all’attivo, si legge già il nome di Fabri Fibra, che si somma a quello di altri grandi artisti del calibro di Mahmood, Jovanotti, Elisa, Gianna Nannini, Fedez, J-Ax, Guè Pequeno, Marracash, Rkomi, Ghali, Lazza e molti altri.
Ma al lancio del singolo, sul suo profilo Instagram, rincara con un pizzico di falsa modestia: <<Per me è un privilegio vero poter fare musica con artisti così. Non so perché succedono certe cose, ma so che se sono così ossessionato dalla musica è anche perché mi sono subito ritrovato a giocare con i più forti. Un grande battesimo del fuoco, sopravvivere e poterli chiamare fratelli>>.
<<Le canzoni devono parlare da sole e in questo caso è andata proprio così. Ci ha scelto lei>> – prosegue il cantautore – <<Volevamo dare una manata in faccia a questi tempi strani. Qui non si insegue nulla, la musica è della gente, decide la gente>>.
E se così, il verdetto non tarderà ad arrivare, mentre è online anche il video, diretto da Simone Peluso e prodotto da Illmatic Film Group: semplice col “guizzo”, mirato, efficace, con i fotogrammi “anticati”, una scenografia volutamente scarna e più di un rimando alle cornici esistenziali che delimitano i nostri tempi.
Nel frattempo, i tre artisti continuano autonomamente i propri tour estivi: Tropico, dopo i gloriosi sold out nelle prime date, sarà il 24 luglio all’Ex Base Nato di Napoli e il 5 settembre al Magnolia di Milano; Fabri Fibra dopo i recenti concerti di Lugano e del Mengo Music Fest di Arezzo, passerà anche dal Sequoie Music Park di Bologna, il 17 luglio; mentre Cesare Cremonini, dopo lo straordinario successo del tour negli stadi e il grande finale di Imola all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, ha già annunciato il suo ritorno nei palasport il prossimo novembre con 6 imperdibili date che toccheranno Roma, Bologna e Milano.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]