di Luigi Bottazzi
A fine giugno ci ha lasciato un grande amico di Rubiera, anzi di San Faustino, Piergiorgio Pecorari: anni 85, cattolico tutto d’un pezzo, coerente ma aperto al nuovo, professore universitario e ricercatore di collaudata esperienza nel campo delle piante officinali, un lavoro di frontiera tra la chimica farmaceutica e la medicina.
Ho conosciuto Piergiorgio al Centro Sacro Cuore di Baragalla nel 1959: stava finendo il corso di laurea in farmacia all’Università di Modena e si era iscritto pure lui alla Scuola superiore di scienze sociali, diretta dai Gesuiti del San Fedele di Milano, che allora pubblicavano la rivista “Aggiornamenti Sociali“: un’antesignana esperienza di cultura cattolica, democratica e sociale, si direbbe oggi.
Perché entrambi eravamo già impegnati nel movimento giovanile della Dc, stimolati a una solida formazione per un impegno politico che non doveva essere preso alla leggera. Si era all’opposizione di un forte Partito Comunista. Erano stati Paride Bondavalli (mitico segretario provinciale della Dc reggiana) e Antonio Picchi (primo delegato del movimento giovanile della Dc e assistente universitario alla facoltà di agraria di Piacenza) a stimolarci in tale direzione. Negli anni successivi Piergiorgio, pur avendo impegni professionali rilevanti, accettò di essere eletto in consiglio comunale per diversi mandati, assumendo anche l’incarico di capogruppo.
Gli interessi di Piergiorgio non erano solo la docenza universitaria e l’impegno pubblico in Comune. La sua grande passione era invece la musica. Animò e diresse il Quartetto Mandolinistico Sanfaustinese, suonava con talento e passione la chitarra e il mandolino e fino a metà degli anni Ottanta si esibì in chiese, teatri, in occasione di ricorrenze diverse nelle province di Reggio, Modena e Ferrara. Intorno al 2015 ho avuto il piacere di assistere a una sua “rimpatriata” musicale tutta dedicata alle musiche tipiche per mandolino nella chiesa cittadina di San Giacomo, allora guidata dal compianto fratello don Alcide.
Il sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro lo ha ricordato così: “Piergiorgio è stato un figlio e un padre nobile della nostra comunità, uno scienziato e un intellettuale vero. Scienziato, prima di tutto, preside della facoltà di farmacia dell’Università di Modena. Intellettuale, perché come ogni brillante intelligenza ha sempre percorso in lungo e in largo ogni branca del sapere. Abbiamo passato momenti importanti a parlare di musica. Negli ultimi anni si era dedicato ad alcune ricerche storiche sugli autori rubieresi. Ma la sua passione per la storia e per la cultura – anzi, per le culture – non aveva davvero limiti. Con lui si discuteva sempre con garbo e profondità decisamente di altri tempi. Oggi davvero la nostra comunità è un po’ più povera: Piergiorgio si è occupato di lei, per molti anni, come consigliere comunale dell’allora Dc. Una certa iconografia ottocentesca iniziò a ritrarre gli angeli che suonavano il mandolino: non è difficile immaginare che sia per il suono celestiale dello strumento. Che la musica di Piergiorgio ci accompagni sempre”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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