In Emilia-Romagna sarà prorogata fino al 31 dicembre 2022 l’attività delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale nate durante la prima fase dell’emergenza sanitaria Covid-19 per garantire le cure e l’assistenza a domicilio alle persone contagiate dal virus Sars-CoV-2 in isolamento fiduciario che non necessitavano di ricovero ospedaliero.
Dopo l’annuncio della Regione, arrivato a fine giugno, giovedì 7 luglio è stato raggiunto l’accordo tra la stessa Regione e le organizzazioni sindacali dei medici, con la firma del verbale d’intesa tra la direzione generale dell’assessorato alle politiche per la salute e i sindacati di categoria Fimmg, Snami e Smi.
Con la fine dei decreti emergenziali, validi fino al 30 giugno, e in mancanza di un provvedimento del governo, l’intesa regionale assicura fino a fine anno la presa in carico e il follow-up dei pazienti domiciliari positivi al virus o sospetti tali in condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità, con particolare riguardo all’assistenza domiciliare nelle strutture residenziali per lo stesso profilo di persone assistite. L’attivazione dei medici delle Usca avverrà in stretta collaborazione con i medici di medicina generale delle persone prese in carico.
Proprio per far fronte a queste esigenze straordinarie, compresa la necessità di assicurare assistenza sanitaria e continuità assistenziale ai territori in cui si manifestino difficoltà nel garantire la continuità di assistenza primaria, l’intesa ha previsto la possibilità per le aziende sanitarie di conferire incarichi a tempo determinato per l’esclusivo svolgimento di attività oraria, nel rispetto dell’accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale del 28 aprile scorso.
“Siamo soddisfatti di questa intesa, raggiunta in tempi rapidi grazie alla comune volontà di Regione e organizzazioni sindacali impegnate nello stesso obiettivo: non disperdere il prezioso strumento delle Usca, che peraltro l’Emilia-Romagna è stata tra le prime ad attivare, e valorizzare i tanti professionisti che ci lavorano”, ha commentato l’assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini.
L’intesa definisce anche il “perimetro” entro cui le aziende Usl potranno conferire gli incarichi a tempo determinato, esclusivamente per le attività che rientrano nell’accordo e limitatamente a motivate esigenze aziendali: gli incarichi dovranno essere di tre mesi, di norma di 24 ore settimanali, prorogabili fino al prossimo 31 dicembre. Per non disperdere le competenze già acquisite nell’ambito delle Usca aziendali, inoltre, per l’attribuzione degli incarichi sarà interpellato il personale sanitario che ha già operato all’interno delle unità speciali di continuità assistenziale.
L’accordo tra Regione e organizzazioni sindacali prevede anche che lo svolgimento di questi incarichi sia compatibile con l’attività di formazione presso le scuole di specializzazione in medicina e i corsi di formazione specifica in medicina generale: pertanto le ore lavorate saranno riconosciute a tutti gli effetti come attività pratiche, da computare dunque nel monte ore complessivo previsto dai rispettivi corsi.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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