È durata solo poche ore l’indagine dei carabinieri di Reggio che ha permesso di identificare, individuare e arrestare l’autore della rapina alla filiale reggiana della banca Credem di via Emilia Ospizio, messa a segno nella mattinata di giovedì 6 luglio.
Intorno alle 9 un uomo con un cappello in testa e il volto parzialmente nascosto dietro una mascherina chirurgica è entrato nella filiale dell’istituto di credito e si è presentato alla cassa. Ci sono voluti soltanto pochi attimi all’impiegata dello sportello per rendersi conto di quello che stava accadendo: di fronte a una leggera titubanza, infatti, il rapinatore ha detto “non costringetemi a fare quello che non voglio fare”, infilando una mano dentro il borsello per far credere alla donna di avere con sé un’arma.
Ottenuto l’incasso, pari a circa 10.000 euro in contanti, che la stessa impiegata ha infilato in una busta da lettere con il logo della banca, il rapinatore si è allontanato a piedi con il bottino, non prima però di aver chiarito di essere stato costretto a compiere la rapina in quanto privo anche dei 20 euro necessari per la richiesta del reddito di cittadinanza.
È stato anche questo particolare, riferito agli inquirenti dagli stessi dipendenti della filiale, che ha consentito ai carabinieri reggiani di orientare immediatamente le indagini nella giusta direzione. L’acquisizione delle immagini del sistema di videosorveglianza della banca e i rilievi tecnici eseguiti dai militari dell’Arma durante il sopralluogo, oltre alla comparazione con le foto segnaletiche, hanno permesso poi di restringere ulteriormente il cerchio, arrivando a indirizzare i sospetti nei confronti di una persona già nota alle forze dell’ordine (in quanto gravata da precedenti specifici) che da qualche tempo era ospite di una struttura comunale in città.
Inevitabile, a quel punto, la perquisizione della stanza occupata dall’uomo. Alla presenza del sospettato i carabinieri hanno trovato l’intero bottino, i capi di abbigliamento corrispondenti alle descrizioni dei testimoni, alcuni accessori (in particolare dei vistosi anelli che la cassiera aveva notato, riferendone poi nella sua testimonianza) e la mascherina chirurgica utilizzata durante la rapina, oltre alla busta con il logo del Credito emiliano.
Davanti all’evidenza dei fatti, l’uomo non ha potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità: è stato quindi accompagnato nella caserma di corso Cairoli, dove è stato arrestato con l’accusa di rapina.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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