L’ultimo caso riguarda Paltrinieri, ma l’abitudine narcisistica di moltissimi tra i politici e amministratori italiani di appropriarsi dei successi degli altri nella poco nobile speranza di guadagnarne un vantaggio di immagine è tuttora assai diffusa. A parte i taglianastri seriali, i quali in fondo sono giustificati non svolgendo alcuna altra attività utile al popolo, l’assalto ai social come strumento propagandistico evidenzia un bisogno egotico che si è spinto via via ai confini della comicità anche a causa del furore da cui il social media manager di turno viene posseduto.
I media, garanti del distacco critico necessario per rendere comprensibile un evento, sembrano ormai inutili. Il rapporto si è fatto diretto, la notizia si fabbrica da sola, non c’è controllo, non c’è più attenzione al senso critico né rispetto per chi, praticando un giornalismo indipendente, rappresenta un valore fondamentale per una sana democrazia.
Ha vinto Paltrinieri? La Ferrari? Il campione sportivo di turno? Qualsiasi occasione è buona per cercare di acquistare senza sforzo un briciolo di visibilità. La smania narcisistica ha contagiato (quasi) tutti: qui pure la piantumazione di due alberi viene venduta come un grande balzo per l’umanità. Se vince Paltrinieri, è anche merito mio. E credono di essere furbi.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]