Una ricostruzione post terremoto con percentuali elevate di opere completate, tra edifici privati e pubblici, ma anche una ricostruzione che deve essere completata anche se si è attorno al 95%. È, in sintesi, il quadro emerso dall’informativa della giunta su “Sisma 2012: iniziative per il decennale e stato della ricostruzione”.
Il presidente della commissione Territorio, ambiente e mobilità – dove è stata illustrata la situazione a 10 anni dal terremoto, con la due terribili scosse del 20 e del 29 maggio 2012 – ha sottolineato che “si tratta di un appuntamento importante, su cui la giunta era già intervenuta”.
A ricordare il decennale del sisma ci sarà, domani, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il sottosegretario alla presidenza della giunta ha detto che “c’è qualcosa di importante in ciò che è stato realizzato, anche nella governance e che può essere utile al governo per regolare le ricostruzioni. Ma c’è un lavoro da continuare e completare. Servono regole e procedure che accompagnino la ricostruzione privata e pubblica”. Lo stato di emergenza non significa tornare alle condizioni iniziali. Serve una contabilità speciale e personale per gestire le ultime ricostruzioni. “In alcune zone terremotate, ad esempio -ha continuato la giunta- ci sono volumi superiori a quelli che un Comune può realizzare. Martedì c’è stato un incontro col governo: il presupposto dell’esecutivo non è la proroga dello stato di emergenza, ma rientrare nell’ordinario. E oggi si stanno chiudendo anche gli stati emergenza di Veneto e Lombardia”. Un altro punto critico per la ricostruzione è la crisi del settore edile dovuto al rialzo dei prezzi delle materie prime e ai costi dell’energia. “I provvedimenti attuati (prezziario aggiornato ad aprile, decisione del governo sui cantieri aperti e una prossima ordinanza della Regione sui cantieri del sisma) possono sbloccare i lavori e consentire di appaltare in base ai nuovi prezzi senza mettere in difficoltà le imprese. Sono tre aspetti che fanno fare un salto di qualità per rispondere alle sollecitazioni di associazioni, professionisti e amministratori. E potremmo avere qualche soddisfazione rispetto allo stato di avanzamento”.
I numeri della ricostruzione. Sono state completate oltre 8.400 abitazioni, che coinvolgono 17mila privati e 6mila attività economiche. La ricostruzione “leggera” è conclusa per oltre il 99%. Quella “pesante” è in divenire e supera l’86%.
I contributi concessi sono 3,16 miliardi, di cui ne sono stati liquidati 2,75. I nuclei assistiti, per chi è ancora fuori casa, sono 550, cioè un terzo in meno del 2021. Per le attività produttive, ci sono state concessioni per 1,9 miliardi, di cui 1,7 già liquidati. In tutto sono state svolte 4.300 pratiche, grazie anche al contributo di Inail per gli immobili non danneggiati, che vanno resi antisismici; 61 i milioni concessi a 1.550 imprese.
Opere pubbliche, beni culturali: risorse totali per 1,47 miliardi, il programma prevede oltre 1.700 interventi. Di questi, 651 sono stati conclusi, 611 sono in corso e 446 sono in progettazione (“la fase più complessa”).
Centri storici: il programma prevedeva 18 milioni nel 2018, a cui se ne sono aggiunti altri 30 (già liquidati 1,3 milioni per progettazione e inizio lavori.)
Per quanto riguarda i privati: nel 2019 c’era il contributo per la rivitalizzazione (ammodernamento di attività di commercio e artigianato in centro) di 35 milioni, ora ce ne sono 57. Sono stati finanziati 955 lavori e 773 sono conclusi. È in corso un altro bando per il cratere a favore di 15 comuni, i più piccoli, per far tornare le attività.
Sono sei la diocesi coinvolte nella ricostruzione di edifici religiosi: c’erano 495 chiese danneggiate e 325 inagibili. Sono stati stanziati 346 milioni per 478 edifici. Oggi sono state riaperte 330 chiese, ci sono 130 cantieri attivi e 180 interventi in progettazione.
Attenzione anche alle strutture sanitarie: per la messa in sicurezza e il ripristino è stato usato il Fondo solidarietà Ue. Nella seconda fase, cono previsti 27 interventi per 105 milioni.
È stata costituita subito una struttura tecnica, ha ricordato la giunta. Nel 2015-16 nasce L’Agenzia regionale per la ricostruzione, che poi è servita anche per altre emergenze (alluvioni, trombe d’aria). “Questo ci permette di svolgere l’assistenza alla ricostruzione per i Comuni, rassicurando gli Enti locali. Il commissario mette gli Enti locali nelle condizioni di operare. Anche se ciò che facciamo e le regole ci aiutano a sbloccare la coda della ricostruzione privata e accelerare quella pubblica, il lavoro non sarà ancora concluso”.
Secondo la Lega “ci si aspettava un rapporto sintetico con i dati. Rispetto al report 2020 ci sono numeri che non tornano. La parte più critica riguarda il settore pubblico: nel 2020 c’erano 1.600 interventi, oggi 1.788. C’erano 1,4 miliardi nel 2020, oggi sono 1,477. Aumentano i lavori totali, ma la percentuale resta la stessa. Forse c’è un problema strutturale. Insoddisfacente, inoltre, l’assistenza alla popolazione: da 16.500 assistiti nel 2012, oggi restano 550 nuclei che dopo 10 anni sono ancora fuori casa. La giunta spieghi come si è arrivati al 95% della ricostruzione”. Il Carroccio ha poi evidenziato come “i Comuni hanno bisogno di avere certezze sulla reale disponibilità del personale, sia per numero di dipendenti sia per competenze: molti Comuni non hanno il giusto numero di dipendenti. Ci sono stati dipendenti a tempo determinato che sono stati lasciati a casa in attesa di concorsi, competenze che andranno disperse perché troveranno sicuramente un nuovo lavoro. Ci avrebbe fatto piacere che in questa commissione fosse venuto il presidente della giunta nel suo ruolo di Commissario alla ricostruzione e non il sottosegretario; almeno in occasione del decennale il Commissario poteva venire e non delegare”.
Per Forza Italia “la relazione racconta l’impegno della Regione in 10 anni. Riconosciamo il lavoro, ma occorre partire da ciò che manca. Oltre ai tempi c’è la sfida dei prezzi e l’allineamento di quelli dal 2012 a oggi. Ci sono ancora 1.100 cantieri di privati che rischiano il congelamento a causa della crisi dei prezzi in edilizia. I cantieri sono al 33%, con 350 milioni di finanziamenti. Il prezziario regionale 2022 è approvato, ma temiamo che non basti. Sono state completate quasi 1.300 opere pubbliche, ma mancano oltre 900 progetti di chiese, municipi e altri edifici. C’è poi il problema del personale e i Comuni medi e piccoli si ritrovano con pochi tecnici”.
Dalle fila del Partito democratico si replica alla Lega: “Nulla vieta che si possa approfondire in una nuova commissione il tema ricostruzione, ma quanto è stato fatto di positivo è ben chiaro. I Comuni hanno avuto problemi di personale perché le leggi nazionali di dieci anni fa imponevano il blocco del turn over. Anche sul versante del personale si è fatto molto: ci sono tecnici arrivati per il terremoto che poi sono entrati di ruolo nei vari Comuni dando un valore in più a quelle amministrazioni”.
Il sottosegretario, replicando ai consiglieri, ha affermato di “essere partito dalle criticità: prezzi, procedure, sostegno ai Comuni, personale. Sui prezzi c’è stata un’attenzione spasmodica, perché hanno spiazzato un settore, così come è avvenuto per il personale assunto in Regione dopo un regolare concorso. Un fatto che ha tolto, però, energie per la ricostruzione. Il personale, però, non va confuso con il personale dei Comuni che avranno difficoltà a realizzare i progetti con i soldi del Pnrr. La giunta è in contatto con i Comuni più in difficoltà. Ribadisco, infine, la contrazione significativa tra 2021-2022 dei nuclei assistiti. Le pratiche non evase sono sempre tante, ma si tratta di qualche decina…”.
(Gianfranco Salvatori)
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]