Nella mattinata di martedì 17 maggio a Reggio c’è stata l’udienza preliminare dell’inchiesta sulla scomparsa di Saman Abbas, la ragazza di 18 anni di origine pakistana svanita nel nulla (e mai più ritrovata) nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021 da Novellara, in provincia di Reggio, dopo essersi opposta a un matrimonio combinato in patria che era stato organizzato per lei dai genitori.
Sono cinque le persone sotto indagine, accusate di sequestro di persona, omicidio premeditato in concorso e soppressione di cadavere. Tre di queste sono già state arrestate e sono attualmente detenute nel carcere di Reggio: lo zio della ragazza, Danish Hasnain, considerato l’esecutore materiale del delitto; il cugino Nomanhulaq Nomanhulaq, rintracciato e arrestato lo scorso 14 febbraio in un appartamento del centro di Barcellona, in Spagna; Ijaz Ikram, un altro cugino, fermato nel giugno del 2021 in Francia mentre tentava di raggiungere la Spagna.
Sono ancora latitanti, invece, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori della diciottenne, fuggiti in Pakistan all’indomani della scomparsa della figlia: sono entrambi destinatari di un mandato di cattura internazionale. Secondo l’accusa i parenti della giovane avrebbero agito per punire Saman, che voleva ribellarsi alle tradizioni della famiglia e andarsene di casa con il suo fidanzato.
Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Reggio Dario De Luca, accogliendo le richieste della procura reggiana, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, ha disposto il rinvio a giudizio per tutti e cinque gli imputati: la prima udienza del processo è stata fissata al 10 febbraio 2023. In aula era presente anche il fratello minorenne di Saman Abbas, che intende costituirsi parte civile nel processo.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!