Giovedì 12 maggio il consiglio di amministrazione di Iren ha approvato i risultati del gruppo al 31 marzo 2022. I risultati ottenuti nel corso del primo trimestre dell’anno hanno evidenziato un margine operativo lordo (Ebitda) di 363 milioni di euro (+16,2% rispetto a 312 milioni del primo trimestre del 2021) e un utile netto di gruppo attribuibile agli azionisti pari a 118 milioni (-1,7% rispetto a 120 milioni al 31 marzo dell’anno precedente), anche grazie all’efficace gestione della filiera energetica integrata, alla crescita organica basata sugli investimenti effettuati, alla stabilizzazione dei margini attraverso il capacity market e al crescente posizionamento nella generazione di energia rinnovabile.
L’incremento dell’Ebitda di 51 milioni è stato determinato da diversi fattori: filiera energetica integrata (18 milioni), capacity market (17 milioni), crescita organica (11 milioni), merge&acquisition (6 milioni, riconducibili all’acquisizione di Puglia Holding). Per quanto riguarda l’utile netto, invece, il risultato del 2022 include l’impatto negativo del cosiddetto “contributo di solidarietà” ex art. 37 del dl Taglia Prezzi, stimato in 24 milioni; escludendo gli effetti non ricorrenti del 2021 e del 2022, l’utile netto di gruppo risulterebbe in crescita del 27,2%.
L’indebitamento finanziario netto è salito a quota 2.957 milioni (+1,8% rispetto ai 2.906 milioni del 31 dicembre scorso). Il flusso di cassa generato dall’attività operativa ha contribuito a mitigare l’effetto degli esborsi effettuati a fronte degli investimenti e delle operazioni di m&a del periodo preso in esame. Gli investimenti lordi, pari a 378 milioni (141 milioni di investimenti tecnici, 185 milioni per Puglia Holding e 52 milioni di contributi inerenti ai progetti di efficientamento energetico), sono risultati in crescita di 2,3 volte rispetto al 31 marzo dello scorso anno, ma sono stati largamente coperti dai flussi di cassa operativi del periodo. La gestione del capitale circolante netto, inoltre, ha consentito di limitare l’incremento della posizione finanziaria netta.
Numerosi indicatori di performance Esg (environmental, social and governance) sono stati raggiunti in anticipo rispetto alle previsioni del piano industriale: in particolare i 140 MW di capacità installata di fotovoltaico, con conseguente riduzione dell’intensità carbonica pari a 305 grammi di CO2/KWh, mentre sul fronte del servizio al cliente si sono fatti notare l’incremento delle operazioni digitali e il dimezzamento del tempo medio d’attesa al call center.
Per il presidente di Iren Renato Boero i risultati del primo trimestre del 2022 “evidenziano la qualità dell’impianto strategico basato sulla transizione ecologica, la territorialità e la qualità del servizio. Anche a fronte di tali risultati, il gruppo ha deciso di attivare un’ulteriore misura in favore dei propri clienti, stanziando un bonus per il teleriscaldamento che ridurrà il costo delle bollette, evidenziando ancora una volta la grande attenzione di Iren verso il territorio e i cittadini”.
Per l’amministratore delegato e direttore generale di Iren Gianni Vittorio Armani gli indicatori economici “sono in crescita grazie alla strategia di sviluppo industriale, alla diversificazione dei business gestiti e alle misure di mitigazione attuate in questi mesi, che hanno consentito di contrastare la volatilità dello scenario energetico. I risultati per altro sono positivi nonostante incorporino la revisione al ribasso delle tariffe sui business regolati e l’impatto dei contributi richiesti dal governo alle società del settore. La capacità e la velocità del gruppo Iren nel realizzare gli investimenti previsti a piano, che sono più che raddoppiati nel trimestre rispetto all’anno precedente, consentono di anticipare alcuni target come quello della capacità rinnovabile. Siamo confidenti di traguardare già a fine anno la metà del target fotovoltaico previsto per il 2026, raggiungendo gli 870 MW di capacità rinnovabile complessiva”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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