Lo stato idrologico del bacino del fiume Po è migliorato solo lievemente, e anche le piogge di media intensità che stanno cadendo da alcune ore sulla quasi totalità del comprensorio distrettuale non sembrano destinate a scacciare definitivamente le preoccupazioni di istituzioni e portatori di interesse sullo stato di siccità del distretto: è questa la conclusione della riunione di inizio maggio dell’Osservatorio permanente sulle crisi idriche convocato dall’Autorità distrettuale del fiume Po – MiTE.
Le precipitazioni annunciate, infatti, stanno contribuendo a un minimo innalzamento delle quote delle portate, ma le singole stazioni di monitoraggio restano ancorate a livelli di siccità estrema o grave, confermando una situazione di criticità ancora ampiamente diffusa su gran parte del territorio del nord Italia.
I rilevamenti effettuati nella giornata di giovedì 5 maggio lungo il corso del fiume Po hanno delineato un quadro assai poco rassicurante, che ha evidenziato le difficoltà nel colmare il deficit idrico che si è accumulato in ben 110 giorni di assenza di piogge, con il conseguente impoverimento della falda acquifera sotterranea. A questo quadro ora si somma l’avvio – seppur posticipato di quindici giorni, come richiesto durante la precedente riunione dell’osservatorio – delle semine colturali e l’incremento progressivo delle temperature, destinato ad attestarsi e mantenersi su livelli medio-alti già a partire già dalla seconda settimana del mese di maggio.
“Quel che maggiormente ci allarma – ha spiegato il segretario generale dell’Autorità distrettuale del fiume Po – MiTE Meuccio Berselli – non sono esclusivamente le quote delle portate registrate sotto la media, ma la carenza di scorte accumulate sulle catene montuose e nei grandi laghi. Per queste ragioni ci troviamo con indicatori idro-meteo-climatici caratteristici più della stagione estiva che di quella primaverile, e in questo scenario agricoltura e habitat nei prossimi mesi potranno anche andare incontro a periodi caratterizzati dalla mancanza di acqua”.
A inizio maggio le piogge avevano portato a un’inversione di tendenza, con un aumento dei livelli delle portate del fiume Po, che purtroppo però si è rivelata solo temporanea. A Pontelagoscuro è stata registrata una portata di 551 metri cubi al secondo, la stessa di inizio mese e in rapida diminuzione. La sezione più in crisi continua a essere quella di Piacenza, con una portata di 241 m3/s e un deficit sul mese del 79%.
Nonostante gli ultimi eventi meteorologici, dunque, il deficit di portata è rimasto estremo in tutte le sezioni di misura. Una situazione analoga si è verificata anche negli affluenti, che grazie alle piogge hanno beneficiato di un rapido aumento delle portate, salvo poi tornare ai livelli precedenti, prossimi ai minimi del periodo. L’andamento delle portate osservate nel trimestre febbraio-marzo-aprile 2022 è risultato complessivamente confrontabile con l’andamento estivo medio del periodo giugno-luglio-agosto, nonostante le diverse stagioni di riferimento.
Quello di aprile è stato il primo mese del 2022 con precipitazioni confrontabili alle medie di lungo periodo. Le piogge significative (superiori ai 5 millimetri) dell’ultima decade del mese sono cadute su tutto il distretto, anche se con intensità differente e modalità intermittente: è piovuto maggiormente sui rilievi, con accumuli superiori ai 60 millimetri, meno invece nelle zone centrali della pianura e della gran parte del comprensorio piemontese.
L’anomalia attuale è dunque sempre negativa, con circa 15 millimetri in meno rispetto alle medie stimate. Persiste quindi una situazione di sostanziale crisi, anche se minore rispetto alle settimane precedenti, così come rimangono ancora deficit precipitativi significativi nelle zone collinari centrali del Piemonte, del Piacentino-Parmense e del Ferrarese. Nei prossimi giorni sono previste piogge e temporali sparsi su Valle d’Aosta e Piemonte, ma non nella zona meridionale; molte nubi sul resto del nord Italia, con rovesci sparsi – per lo più a carattere temporalesco – sul settore alpino e pre-alpino, appenninico e sulla pianura emiliano-romagnola.
Sul fronte delle temperature il mese di aprile ha fatto registrare un’alternanza tra lunghe fasi anticicloniche, caratterizzate da temperature sopra la media, e improvvise irruzioni di aria fredda, in grado di scatenare eventi piovosi rapidi con conseguente abbassamento delle condizioni termiche, ma nel complesso le temperature sono risultate in linea con le medie del periodo. Le previsioni, però, prefigurano un innalzamento delle stesse, e quindi livelli più alti di traspirazione dei suoli.
Le temperature a tratti sotto lo zero hanno favorito la ricomparsa del manto nevoso, con episodi meteo che hanno riportato la neve anche a ridosso dei 1.500 metri di altitudine, con radi accumuli e oltre i 40 centimetri a quote più alte.
Tutti i laghi hanno beneficiato delle precipitazioni cadute e hanno visto sensibilmente aumentato il volume invasato. Il lago Maggiore ha recuperato circa 30 centrimetri di quota, con un riempimento tornato ai valori di inizio mese (35%) e un livello salito di 16,5 centrimetri all’idrometro di Sesto Calende; analoga situazione nel lago di Como (+1 cm), grazie alle deroghe concesse dalla Regione Lombardia, che ha fatto segnare una riserva d’acqua disponibile prossima al 24%, e nel lago d’Iseo (+27 cm). Stazionario, invece, il lago di Garda, con un riempimento del 70%.
Grazie alle recenti piogge l’avanzamento del cuneo salino è diminuito, ma rimane pur sempre alto, nella misura dei 10 chilometri di intrusione delle acque salmastre provenienti dalla costa Adriatica.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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