La penultima riunione di aprile della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni/Province autonome, convocata come di consueto per fare il punto della situazione sullo stato dell’epidemia di nuovo coronavirus in Italia, ha confermato le buone notizie già emerse a metà mese.
Secondo i calcoli del ministero e della Protezione civile, infatti, il valore dell’indice di trasmissibilità medio dell’infezione da virus Sars-Cov-2 – calcolato sui casi sintomatici – è in calo per la terza settimana consecutiva: è passato da quota 1 a 0,96 (range 0,92 – 1,02) scendendo al di sotto della cosiddetta “soglia epidemica” (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (quando Rt è maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (quando Rt è inferiore a 1).
In lievissima discesa anche l’Rt ospedaliero, ovvero l’indice di trasmissibilità calcolato sui casi di pazienti con Covid-19 che necessitano di ricovero ospedaliero, il cui valore questa settimana è calato da 0,92 a 0,91, confermandosi dunque al di sotto della soglia epidemica.
Anche il trend dell’incidenza settimanale dei contagi ha confermato – per la quarta settimana consecutiva – un andamento al ribasso: negli ultimi sette giorni presi in considerazione l’indicatore ha fatto registrare un ulteriore arretramento, passando da 717 a 765 nuovi casi di positività ogni centomila abitanti. Un valore che rimane comunque per la venticinquesima settimana consecutiva molto al di sopra della soglia di attenzione di cinquanta nuovi casi ogni centomila abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo possibile della circolazione del virus grazie a un efficiente contenimento (identificazione dei casi + tracciamento dei relativi contatti).
Interlocutori, invece, i numeri riferiti alla pressione sulle strutture ospedaliere: il tasso di occupazione di posti letto nei reparti di terapia intensiva a livello nazionale è rimasto stabile a quota 4,2%; nello stesso intervallo di tempo è leggermente aumentato il tasso di occupazione di posti letto in area medica, passando dal 15,6% del 14 aprile all’attuale 15,8%.
Per quanto riguarda la classificazione del rischio epidemico, secondo l’ultima rilevazione una sola regione è considerata “a rischio alto”, a causa di molteplici allerte di resilienza; sei tra regioni e province autonome sono valutate “a rischio moderato” (nessuna di queste però è ritenuta al momento ad alta probabilità di progressione verso uno scenario peggiore); le restanti regioni e province autonome, invece, sono classificate “a rischio basso”. Tredici regioni e province autonome hanno riportato almeno una singola allerta di resilienza, quattro invece hanno riportato molteplici allerte.
È stabile (al 12%) la percentuale dei nuovi casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, così come la quota di persone contagiate individuate attraverso la comparsa dei sintomi (41%) e la percentuale dei nuovi casi diagnosticati attraverso le attività di screening (47%).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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