I carabinieri di Parma, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del capoluogo emiliano, hanno arrestato un uomo di 32 anni di nazionalità nigeriana, già gravato da numerosi precedenti di polizia, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato portato nella casa circondariale di Parma.
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’indagato avrebbe portato avanti per anni un’attività di spaccio utilizzando un telefono cellulare intestato a un nome falso. Grazie all’analisi dei tabulati effettuata dai militari, tuttavia, è stato possibile ricostruire una lista di clienti “fidelizzati” costituita da almeno una decina di persone, a cui l’uomo avrebbe venduto regolarmente dosi di sostanze stupefacenti a partire dal 2019.
Sono stati proprio questi ultimi a confermare agli inquirenti la natura dei loro rapporti con il trentaduenne nigeriano, che è stato anche riconosciuto dai clienti in sessioni di individuazione fotografica. I carabinieri sono così riusciti ad acquisire elementi di gravità indiziaria relativi a circa 600 cessioni di sostanze stupefacenti tra il 2019 e lo scorso marzo, per un ricavo complessivo per lo spacciatore stimato in oltre 24.000 euro.
Concordando con la tesi della procura, inoltre, il Gip ha stabilito l’insussistenza della diminuente prevista dal V comma dell’art. 73 DPR 309/90: se da un lato le singole cessioni erano sempre riferite a modesti quantitativi di sostanze stupefacenti, infatti, dall’altro l’attività di spaccio si è rivelata essere articolata ed estesa nel tempo, con modalità e tecniche costanti, tale da rendere più grave – allo stato attuale delle indagini – la condotta ipotizzata a carico dell’indagato.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]