Nella dodicesima settimana dell’anno la cartina elaborata ogni 7 giorni dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), relativa al tasso di incidenza dei contagi da virus Sars-CoV-2 in Europa, continua a evidenziare una sostanziale stabilizzazione della situazione nel Vecchio continente, con alcuni piccoli miglioramenti locali (soprattutto nell’est Europa) bilanciati da peggioramenti in altre regioni dell’Europa centrale e occidentale.
Osservando nel suo complesso la mappa, aggiornata alla data del 31 marzo, balza ancora all’occhio uno scenario pandemico europeo caratterizzato quasi ovunque dal rosso scuro, il colore che indica i territori in cui l’incidenza dei contagi è particolarmente elevata: un quadro che non consente ancora di dormire sonni tranquilli, soprattutto alla luce della recente risalita dei casi di positività riscontrata in diversi paesi e dovuta agli effetti della sottovariante BA.2 della variante omicron (più contagiosa dell’originale) combinati con un generale allentamento delle restrizioni e delle precauzioni anti-Covid.
Al momento è l’Ungheria l’unico paese interamente contraddistinto dal colore rosso standard (non scuro), mentre altri paesi presentano un mix di zone rosso standard e zone rosso scuro, con diverse proporzioni tra le prime e le seconde: in Romania, ad esempio, il territorio è in buona parte in zona rossa, ma ci sono anche due regioni in zona arancione (colore che indica una situazione in cui la circolazione del virus è moderata), mentre l’area della capitale Bucarest è ancora in zona rosso scuro; in Polonia e in Bulgaria gran parte del territorio nazionale è in zona rosso standard, mentre in Croazia e in Spagna lo è circa la metà del territorio. Sono tornate di colore rosso scuro, facendo segnare dunque un peggioramento della situazione, alcune regioni del Belgio e la Valle d’Aosta.
Per quanto riguarda l’Italia, nello specifico, secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie tutte le regioni e le province autonome sono di nuovo classificate in zona rosso scuro; compresa appunto la Valle d’Aosta, che nelle scorse settimane era passata temporaneamente anche in zona rossa standard e poi da quest’ultima a quella arancione.
Il sistema di monitoraggio dell’Ecdc è basato sui dati trasmessi dagli Stati membri dell’Unione europea al sistema Tessy (The European Surveillance System) ed è comunque del tutto indipendente rispetto al sistema dei colori previsto fino al 31 marzo scorso dalla legislazione italiana, che prendeva in considerazione altri parametri (in particolare la pressione sulle strutture ospedaliere) ma che da inizio aprile è stato dismesso.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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