La senatrice a vita Liliana Segre, cittadina onoraria di Reggio Emilia, nel videomessaggio alla giornata di apertura del XVII Congresso Nazionale Anpi al Palacongressi di Riccione ha parlato della guerra in Ucraina: “La guerra assurda e sanguinosa che all’improvviso è tornata a sconvolgere il cuore della nostra Europa provoca in me un orrore che non mi è facile descrivere. ”Quelle bombe sulle case, quelle famiglie in fuga, quei padri che baciano i figli forse per l’ultima volta e tornano indietro per combattere… quanti ricordi di un terribile passato, che non avrei mai immaginato di rivedere così vicino a noi! Anche rispetto a questa mostruosità della guerra, la nostra Costituzione ci offre una guida sicura se riusciamo a declinare in chiave universale i suoi precetti”. E precisa “Infatti, l’aggressione immotivata e ingiustificabile contro la sovranità dell’Ucraina rappresenta proprio l’esempio evidente del tipo di guerra che, più di ogni altro, l’articolo 11 della Costituzione ci insegna a ripudiare: la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”.
“Non è concepibile nessuna equidistanza; se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione, per non perdere la propria libertà”. Queste le parole nette, chiare della senatrice Liliana Segre.
“Credo che proviamo tutti lo stesso senso di ripugnanza, di angoscia e anche di impotenza di fronte a questa guerra. Possiamo solo unirci nel chiedere un immediato cessate il fuoco, la fine dell’invasione russa, l’invio di rapidi aiuti alla popolazione civile, l’avvio di trattative a oltranza, l’affidamento all’Onu di un ruolo di interposizione, il ristabilimento di una pace autentica basata sulla giustizia e il rispetto dei diritti dei popoli”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]