Nell’undicesima settimana dell’anno la cartina elaborata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e relativa al tasso di incidenza dei contagi da virus Sars-CoV-2 in Europa sembra evidenziare una sostanziale stabilizzazione della situazione, con il congelamento di quei piccoli segnali di miglioramento che si erano intravisti nella rilevazione della settimana precedente.
Osservando nel suo complesso la mappa, aggiornata alla data del 24 marzo, balza all’occhio infatti uno scenario pandemico europeo caratterizzato quasi ovunque dal rosso scuro, il colore che indica i territori in cui l’incidenza è particolarmente elevata: un quadro che non lascia del tutto tranquilli, soprattutto alla luce della recente risalita dei casi di positività riscontrata in diversi paesi e dovuta con ogni probabilità agli effetti della sottovariante BA.2 della variante omicron (più contagiosa dell’originale) e a un generale allentamento delle restrizioni e delle precauzioni anti-Covid.
Al momento è l’Ungheria l’unico paese interamente contraddistinto dal colore rosso standard (non scuro), mentre altri paesi hanno alcune zone color rosso standard e alcune rosso scuro, con diverse proporzioni tra le prime e le seconde: in Romania, ad esempio, il territorio è quasi uniformemente in zona rossa, tranne l’area della capitale Bucarest e un’altra regione a ovest; situazione quasi invariata in Polonia (l’unico stato con anche una regione in zona arancione, colore che indica una situazione in cui la circolazione del virus è moderata), in Bulgaria, in Croazia, in Belgio e in Spagna, paesi in cui ormai metà o più del territorio nazionale è di colore rosso standard. Anche il nord del Portogallo è stato classificato in zona rossa standard.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie tutte le regioni e le province autonome sono ancora classificate in zona rosso scuro – compresa la Valle d’Aosta, che nelle scorse settimane era passata prima dalla zona rosso scuro a quella rossa standard, e poi da quest’ultima a quella arancione. Il sistema di monitoraggio dell’Ecdc è basato sui dati trasmessi dagli Stati membri dell’Unione europea al sistema Tessy (The European Surveillance System) ed è comunque del tutto indipendente rispetto al sistema dei colori previsto fino al 31 marzo dalla legislazione italiana, che prende in considerazione altri parametri (in particolare la pressione sulle strutture ospedaliere) e che vede ad esempio l’Emilia-Romagna in zona bianca.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!