Nato quando l’obbligo del lasciapassare verde è stato esteso al personale della scuola, il gruppo “Scuola Libertà e Costituzione” intende tener viva l’attenzione sul tema della Costituzione e dei diritti umani anche in questo delicato momento storico.
Con la guerra a due passi da casa, il Governo Draghi ha dichiarato “uno stato di emergenza umanitaria fino al 31 dicembre, allo scopo di assicurare aiuto e supporto all’Ucraina, colpita dagli attacchi della Russia”. Il premier ha precisato che “è un impegno di solidarietà, che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia la decisione di porre fine, il 31 marzo, allo stato di emergenza per il Covid-19″. Ma chi sa veramente cosa comporterà lo stato d’emergenza per noi? Chi può sapere, ora, quali limitazioni comporterà alle nostre libertà?
Inoltre Palazzo Chigi ha deciso di aiutare Kiev inviando, oltre agli indispensabili aiuti umanitari, anche mezzi ed equipaggiamenti militari per un valore stimato tra i 100 e i 150 milioni di euro. Nel consiglio dei ministri di lunedì 28 febbraio, il governo italiano ha approvato un decreto legge con le “ulteriori misure urgenti per la crisi in Ucraina”, volte anche ad autorizzare l’invio di armi, mezzi ed equipaggiamenti militari all’esercito di Kiev, per aiutare le truppe a difendersi dagli attacchi della Russia.
Questa presa di posizione è in netto contrasto con l’articolo 11 della nostra Costituzione, che dice: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Chiamandoci “Scuola Libertà e Costituzione” abbiamo scelto di avere tra i cardini e capisaldi del nostro gruppo proprio la Costituzione. E l’articolo 11, dove si dichiara che l’Italia ripudia la guerra, è tra i 12 principi fondamentali della Costituzione italiana, carta fondante dei nostri diritti, che però, da due anni a questa parte, continua ad essere calpestata, massacrata e martoriata.
Senza entrare nei dettagli di chi in questo conflitto abbia torto o ragione, purtroppo ne dobbiamo prendere atto tutti quanti: se la situazione non viene risolta con trattative di pace, ci coinvolgerà tutti. Forse noi non abbiamo delle responsabilità? Noi occidentali cosa abbiamo fatto finora per evitare questa guerra?
Coloro che in questo momento sono al Governo stanno disobbedendo alle regole fondanti della nostra Democrazia e non hanno intenzione di lasciare i loro posti: con il nuovo stato di emergenza possono mantenerli e spostare le elezioni a tempo indeterminato, possono continuare a limitarci nelle nostre possibilità e libertà. Ora che non hanno più nessuna esigenza sanitaria toglieranno finalmente, prima o poi, il Green Pass e l’obbligo vaccinale? Oppure con l’accoglienza dei nuovi profughi si ripresenterà l’emergenza sanitaria dal prossimo autunno, se non già da prima?
Ricordiamo che nel 1941 l’Italia partecipò all’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Germania nazista. Alla luce di questi fatti storici, ora l’invio di armi e soldati a un paese in guerra (andando contro la Costituzione e contravvenendo anche la legge 185 del 1990), al posto di una più insistente e consistente azione di mediazione, appare come una provocazione, che pagheremo cara tutti, perché di fatto il nostro Stato sta entrando in guerra, con la Germania, la Francia, la Nato, contro la Russia.
Per questo parlare di guerra diventa imprescindibile. Perché non può esistere una guerra giusta. Non c’è pace senza giustizia. E non si può risolvere la guerra con la guerra. Come ha affermato in un’intervista Padre Alex Zanotelli, bisogna “forzare i Paesi coinvolti a sedersi intorno a un tavolo e trovare una soluzione” per evitare di arrivare a “un inverno nucleare”.
Come lavoratori e genitori impegnati ogni giorno nell’importante campo dell’educazione volto a formare e far crescere futuri cittadini consapevoli e responsabili, come promotori della nostra splendida Costituzione, come sostenitori di principi fondamentali quali la libertà, la giustizia, l’inclusione, l’accoglienza, la solidarietà e la pace, chiediamo e auspichiamo un maggior impegno da parte del nostro Governo a livello diplomatico affinché si scongiuri l’imminente pericolo della terza guerra mondiale e le controversie e il conflitto in atto vengano risolti in modo soddisfacente e con meno danni possibili per tutte le parti coinvolte e per l’umanità intera.
Gruppo “Scuola Libertà e Costituzione”
Il gruppo SLC è composto da oltre 200 lavoratori della scuola (insegnanti, educatori, ATA), ma anche studenti e genitori, di Reggio e provincia, e si è costituito a difesa dei diritti e della Costituzione.
Questa è una controversia internazionale appunto, è stato aggredito un altro paese, non fà parte nè della Nato nè dell’Unione Europea. La Costituzione Italiana è appunto Italiana non Ucraina.
Se qualcuno considera autodifesa la difesa dell’Ucraina deve arruolarsi come volontario nell’esercito Ucraino.
La Costituzione oltre a citarla bisognerebbe capirla.
L’articolo 11 non dice che l’Italia ripudia tutte le guerre ma appunto ” la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Ne consegue che la guerra come autodifesa è invece legittima.
Ora che cos’è l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia se non un’offesa alla libertà di un altro popolo ? E che cos’è la resistenza ucraina se non un atto di autodifesa?
Quindi l’invio di armi all’Ucraina può essere opportuno o meno ma non è in nessun modo in contrasto con la Costituzione.