“Una buona base di partenza per un primo passo non scontato”: è questo il giudizio dell’assessore al turismo della Regione Emilia-Romagna Andrea Corsini sul via libera del Consiglio dei ministri alla riforma delle concessioni balneari, arrivato dopo che una sentenza del Consiglio di Stato aveva anticipato al 31 dicembre 2023 (dieci anni prima rispetto a quanto aveva stabilito la legge nazionale del 2018) la scadenza delle attuali concessioni e, di conseguenza, la predisposizione dei bandi di gara da parte delle amministrazioni comunali.
“Nella riforma sono contenuti in buona parte i criteri che noi come Regione, Comuni costieri e associazioni di categoria avevamo individuato come irrinunciabili e imprescindibili”, ha sottolineato l’assessore Corsini: in particolare nel provvedimento del Consiglio dei ministri sono presenti il riconoscimento del valore aziendale dell’impresa balneare, la remunerazione degli investimenti realizzati, il riconoscimento dell’esperienza maturata negli ultimi cinque anni nella gestione degli stabilimenti, la tutela del lavoro e il riconoscimento e la salvaguardia delle piccole imprese.
“Ora, però, è fondamentale – ha aggiunto Corsini – che nell’iter parlamentare della legge si ascoltino i territori, perché ci sono alcune correzioni imprescindibili da inserire nel testo per far sì che la norma sia buona e giusta. Ne indico due: i tempi e le specificità”.
Per quanto riguarda i tempi, l’assessore regionale ha ribadito di non ritenerli congrui, “perché è impensabile che entro il 2023 i Comuni facciano le procedure selettive. Sempre ammesso che entro quest’anno siano approvati i decreti legislativi, occorre prevedere almeno un anno in più per predisporre le procedure selettive”.
Sempre secondo Corsini, inoltre, andrebbe eliminato dal provvedimento il frazionamento delle concessioni balneari, fattore che – almeno per l’Emilia-Romagna – porterebbe a una sostanziale impraticabilità della norma: “Vanno definiti 4-5 criteri generali e poi bisogna lasciare alle Regioni e ai Comuni, in base alle proprie specificità, la possibilità di attribuire ulteriori punteggi da inserire nei bandi”.
In Emilia-Romagna, ha riassunto Corsini, “abbiamo un patrimonio di oltre mille stabilimenti balneari, sui circa 6.800 dell’intero Paese. Parliamo di 45.000/50.000 posti di lavoro per la nostra regione, senza contare l’indotto. È giusto mettere ordine a un settore fondamentale dell’economia ma occorre procedere insieme, ascoltando i territori, per evitare, dopo due anni di Covid e di enormi difficoltà, di penalizzare ulteriormente la capacità imprenditoriale sana del Paese. E l’Emilia-Romagna, come sempre, è pronta a dare il proprio contributo”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]