Lo scambio d’identità col positivo, come funziona truffa No vax di finta guarigione per il Green pass

tampone_rapido

In farmacia o in un centro che fa test per sottoporsi a un tampone rapido, e quindi per verificare se abbiamo contratto il Covid-19, chi esegue quel test è tenuto a controllare sempre i documenti e quindi ad accertarsi che la persona che fa il tampone sia la stessa che compare nella tessera sanitaria e nella carta d’identità. C’ è infatti chi, positivo al Covid, si sottopone a più test con più tessere sanitarie diverse, per permettere il rilascio del Green pass ai No vax, titolari di quelle tessere sanitarie di volta in volta diverse. In questo modo infatti si può risultare guariti e quindi ottenere un Green pass rafforzato. È illegale, scorretto e pericoloso perché si falsa un sistema di tracciamento che riguarda tutti i cittadini e che monitora l’andamento della pandemia.

E da domenica 23 gennaio Nas dei carabinieri hanno sospeso una cinquantina di punti tampone. L’accusa è quella di aver riscontrato operazioni irregolari nell’inserimento dei risultati dei test sul portale del ministero della Salute. Il servizio è stato deciso dopo l’aumento di casi di positivi che si sono presentati con il codice fiscale di amici e conoscenti No vax in modo da fare risultare anche loro positivi e successivamente guariti.

“Sono in corso controlli dei Nas in tutto il nord Italia su farmacie e punti tamponi, che sono tenuti a controllare l’identità delle persone che si sottopongono al test, essendo un trattamento sanitario che si conclude con un referto”. È quanto ha detto a Radio Rai il comandante del gruppo tutela della salute dei carabinieri di Milano, Salvatore Pignatelli. Sono 11 le squadre dei Nas impegnate, spiega Pignatelli, per verificare che l’identità delle persone tamponate venga accertata con tessera sanitaria ma anche con documento di identità.

“Abbiamo constatato – spiega il comandante – che a volte per questioni di rapidità non veniva riscontrata identità della persona, e questo si prestava ad abusi: c’era chi si presentava con la tessera sanitaria di altri. Tra gli abusi possibili quello di sottoporre a tampone persone positive con più tessere sanitarie in diverse farmacie, per far emettere Green pass a nome di soggetti non immunizzati”. Pignatelli spiega però che c’è stata la massima collaborazione da parte delle farmacie: “I punti tampone bloccati sono pochi, e non per ragioni dovute alla truffa dei falsi positivi”.