La procura di Bologna ha iscritto nel registro degli indagati (in due fascicoli separati) un funzionario della Polizia di Stato e un militare della Guardia di finanza con l’accusa di interruzione di pubblico servizio: entrambi, secondo gli inquirenti, in due diverse circostanze avrebbero causato – con il loro comportamento ritenuto “strumentale” – ritardi e disservizi negli hub vaccinali pressi i quali si erano recati per sottoporsi alla vaccinazione contro il nuovo coronavirus.
Entrambi sono stati recentemente sospesi dal servizio per non aver ottemperato all’obbligo vaccinale per i dipendenti pubblici previsto da un decreto del governo.
Il funzionario in questione è il vicequestore aggiunto della polizia di Bologna Giuseppe Accroglianò. Il numero due dell’ufficio Volanti, nella prima metà di gennaio, si era presentato all’hub vaccinale di Casalecchio di Reno accompagnato da un avvocato, iniziando a porre una serie di domande al medico di turno sull’effettiva validità del vaccino, sul suo contenuto e sulla possibilità di eventuali reazioni avverse derivanti dalla sua somministrazione; a un certo punto, insoddisfatto delle risposte ricevute, Accroglianò aveva anche chiamato il 112.
All’arrivo dei carabinieri il vicequestore aggiunto si era qualificato con i militari e aveva ripreso a fare domande, costringendo anche il responsabile dell’hub di Casalecchio a metterlo in contatto con la dirigente di tutti gli hub vaccinali bolognesi. Nonostante questo lungo scambio di domande e risposte, tuttavia, alla fine Accroglianò si era allontanato, rinunciando quindi alla vaccinazione.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]