“È grazie a tutti voi se sono a casa”: parola di Patrick Zaki, lo studente egiziano di 30 anni dell’università di Bologna appena scarcerato in Egitto dopo 22 mesi di detenzione ininterrotta, che nella serata di domenica 12 dicembre ha partecipato in collegamento alla trasmissione “Che tempo che fa” su Rai 3, condotta da Fabio Fazio.
“Adesso sto proprio bene, sto cercando di capire che mi è successo ma mi sembra di essere in un sogno; grazie a quello che tutti voi e il vostro programma hanno fatto per me”, ha detto Zaki.
La svolta nella vicenda è arrivata durante la terza udienza del processo a suo carico celebrato a Mansura, in Egitto. I giudici, dopo numerosi rinnovi consecutivi della custodia cautelare, hanno finalmente deciso per la sua scarcerazione, anche se non si tratta di un’assoluzione: il processo, infatti, andrà avanti, e Zaki dovrà essere in aula in occasione della prossima udienza, fissata per il primo febbraio.
Il giovane ricercatore, attivista per i diritti umani e di genere, è ancora accusato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il paese” per alcuni articoli giornalistici, tra cui uno del 2019 relativo alla situazione della minoranza cristiana copta nel paese nordafricano, delineata come perseguitata dall’Isis e discriminata da frange della società musulmana. Qualora dovesse essere condannato, Zaki rischia una pena fino a un massimo di cinque anni di carcere.
Prima della scarcerazione, arrivata l’8 dicembre scorso, Zaki era stato detenuto ininterrottamente dal 7 febbraio del 2020, giorno in cui fu arrestato al suo arrivo all’aeroporto del Cairo e trasferito nel carcere di Tora.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]